2 giugno: Festa della Repubblica Italiana

Origini, storia, Tricolore, Inno di Mameli, manifestazioni celebrative

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  1. Daniel Dolphin
     
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    Festa della Repubblica Italiana

    Il 2 giugno si celebra la Festa della Repubblica Italiana. Il 2 e 3 giugno del 1946, infatti, si tenne il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli Italiani vennero chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese, dopo la caduta del fascismo. I risultati del referendum decretarono la nascita della Repubblica.

    Con la legge 5 marzo 1977, n.54, la Festa della Repubblica Italiana venne spostata alla prima domenica di giugno, ma nel 2000 l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi invitò il governo in carica a riportare le celebrazioni al 2 giugno. Questo avvenne con la legge n. 336 del 20 novembre 2000.

    Il cerimoniale per la Festa della Repubblica Italiana prevede la deposizione di una corona d'alloro al Milite Ignoto presso l'Altare della Patria e una parata militare alla presenza delle alte cariche dello Stato. Alla parata militare e alla deposizione della corona d'alloro partecipano tutte le Forze Armate, le Forze di Polizia della Repubblica, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa Italiana.



    Il Tricolore

    Il tricolore italiano, punto centrale della festa quale bandiera nazionale, nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti". Ma perché proprio questi tre colori? Nell'Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.

    E anche i reparti militari "italiani", costituiti all'epoca per affiancare l'esercito di Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia. In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano, appunto, i colori bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione:: il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, poi, furono adottati anche negli stendardi della Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell'Emilia e della Romagna, e fu probabilmente questo il motivo che spinse la Repubblica Cispadana a confermarli nella propria bandiera. Al centro della fascia bianca, lo stemma della Repubblica, un turcasso contenente quattro frecce, circondato da un serto di alloro e ornato da un trofeo di armi.



    Fratelli d'Italia

    Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria.

    L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese.

    Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.

    La testimonianza più nota della nascita dell'inno è quella resa, seppure molti anni più tardi, da Carlo Alberto Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli.

    Siamo a Torino: "Colà, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d'accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell'anno per ogni terra d'Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari - "Del nuovo anno già l'alba primiera" - al recentissimo del piemontese Bertoldi - "Coll'azzurra coccarda sul petto" - musicata dal Rossi.
    In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l'egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: - To' - gli disse - te lo manda Goffredo.
    Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos'è; gli fan ressa d'attorno. - Una cosa stupenda! - esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. - Io sentii - mi diceva il Maestro nell'aprile del '75, avendogli io chiesto notizie dell'Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli - io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo.
    Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggìo, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all'inno, mettendo giù frasi melodiche, l'un sull'altra, ma lungi le mille miglia dall'idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c'era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Là, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte.
    Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d'un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l'originale dell'inno Fratelli d'Italia.
    "



    2 giugno 2011

    Per quest'anno, in cui si celebrano i 150 anni dell'Unità d'Italia, alle celebrazioni della Festa della Repubblica Italiana parteciperanno numerosi Capi di Stato, di governo e di istituzioni internazionali. Per tale ragione gli appuntamenti che tradizionalmente impegnano il Capo dello Stato sono stati articolati in modo differente.




    Il consueto ricevimento nei giardini del Quirinale è stato anticipato al 31 maggio, anziché il 1° giugno, in considerazione degli incontri bilaterali che il Presidente Napolitano comincerà ad avere mercoledì al Quirinale per proseguire venerdì 3 giugno con alcuni dei Capi Delegazione presenti a Roma.
    I Capi di Stato e di governo, nella giornata del 2 giugno, parteciperanno alla tradizionale Parata Militare ai Fori Imperiali e, nel pomeriggio, saranno al Quirinale per un Concerto e un Pranzo in loro onore.

    Saranno più di ottanta - come ha comunicato la Farnesina - le delegazioni straniere, molte delle quali a livello di Capi di Stato o di Governo, che a Roma parteciperanno agli eventi celebrativi dell'anniversario della proclamazione dell'Unità d'Italia.

    Un parterre d'eccezione di alte personalità politiche internazionali in un momento di particolare intensità dell'agenda internazionale.

    I principali partners europei e mondiali invieranno rappresentanti al più alto livello: la Federazione Russa con il Presidente Medvedev, gli Stati Uniti con il Vice Presidente Biden, la Repubblica Popolare Cinese con il Vice Presidente Xi JinPing; tra gli europei il Re Juan Carlos per la Spagna, il Presidente della Repubblica Federale tedesca Wulff, il Presidente austriaco Fisher.

    Folta la presenza dei paesi della sponda Sud del Mediterraneo e del Medio Oriente. Tra questi, il Presidente israeliano Peres e il Presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen, in una fase particolarmente delicata per quanto riguarda le prospettive del Processo di Pace. L'Afghanistan e il Kosovo - tra i principali teatri dell'impegno italiano ed internazionale - saranno rappresentati rispettivamente dal Presidente Karzai e dalla neo Presidente Jahjaga.

    Completano il quadro i massimi responsabili di alcune tra le maggiori Organizzazioni internazionali, tra le quali l'ONU, per la quale parteciperà il Segretario Generale Ban Ki-Moon, l'UE con il Presidente del Consiglio Van Rompuy, la FAO con il Direttore Generale Diour, la Commissione dell'Unione Africana con il Presidente Ping e la Lega Araba con il Segretario Generale Amr Moussa.

    Numerose le occasioni di partecipazione degli Italiani alla Festa della Repubblica: sabato 4 giugno, in via straordinaria, sarà nuovamente aperto lo spazio espositivo del Museo delle Carrozze, dove sono collocati gli esemplari più rappresentativi delle storiche carrozze del Quirinale, mentre domenica 5 giugno i Giardini del Quirinale saranno aperti al pubblico tutto il giorno.

    Questi, nel dettaglio, gli impegni:

    Martedì 31 maggio
    Palazzo del Quirinale, ore 18.00 - Ricevimento nei Giardini del Quirinale.

    Mercoledì 1° giugno
    Piazza del Quirinale, ore 15.30 - Cambio solenne della Guardia d'Onore

    Giovedì 2 giugno
    Altare della Patria, ore 9.55 - Deposizione di una corona di alloro sulla Tomba del Milite Ignoto.

    Via di San Gregorio - Porta Ardeatina, ore 10.20 - Rassegna delle truppe schierate per la Parata.

    Fori Imperiali, ore 11.00 - Parata Militare.

    Palazzo del Quirinale, ore 18.00 - Concerto e successivo pranzo in onore dei Capi delle Delegazioni Ufficiali presenti a Roma per la Festa Nazionale della Repubblica.

    Sabato 4 giugno
    Palazzo del Quirinale - Apertura al pubblico dello spazio espositivo delle Carrozze dalle ore 9.00 alle 12.30 con accesso da Via della Dataria, 96.

    Domenica 5 giugno
    Giardini del Quirinale, dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - In concomitanza dell'apertura al pubblico i complessi bandistici della Marina Militare, dell'Arma dei Carabinieri, dell'Aeronautica Militare, della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e dell'Esercito Italiano, eseguiranno brani musicali.

    Per esigenze organizzative legate alla contemporanea apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, per la Festa della Repubblica, domenica 5 giugno 2011 il Palazzo resterà chiuso al pubblico.

    Per analoghe ragioni rimarrà chiusa, nei giorni 31 maggio e 1, 2, 3 e 5 giugno, la mostra "Madonne rinascimentali al Quirinale", che invece sarà aperta sabato 4 giugno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.30 alle ore 18.30.

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    Tutti gli eventi del 2 Giugno in diretta sul web

    Tutti gli appuntamenti celebrativi della Festa Nazionale della Repubblica - che questo 2 giugno, in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, vedranno la partecipazione di numerosi Capi di Stato, di governo e di istituzioni internazionali - potranno essere seguiti in diretta sul sito internet del Quirinale grazie alla collaborazione con la Rai: dall'Altare della Patria, alle 9.50, quando il Presidente della Repubblica deporrà una corona di alloro sulla Tomba del Milite Ignoto, alla tradizionale Parata Militare ai Fori Imperiali con la partecipazione di circa 80 delegazioni straniere.

    Alle 17, poi, dal Palazzo del Quirinale saranno trasmesse le immagini degli arrivi al Palazzo del Quirinale dei Capi delle Delegazioni ufficiali che, dal Cortile d'Onore, attraverseranno lo Scalone d'Onore per giungere alla Cappella Paolina dove parteciperanno al concerto dell'Orchestra da Camera dell'Accademia di Santa Cecilia diretta dal Maestro Stefano Montanari, anch'esso trasmesso in diretta.

    Infine, alle 19.30 dal Salone delle Feste, dove verrà offerto il pranzo in onore dei Capi delle Delegazioni ufficiali e delle consorti, saranno trasmessi il saluto del Segretario Generale dell'Onu, Ban ki-Moon, e la risposta del Presidente Napolitano.

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    Per la particolare occasione sono stati realizzati anche dei libri digitali che gli utenti potranno scaricare dal portale del Quirinale e consultare dai più diffusi dispositivi mobili, sui luoghi più significativi del Palazzo, sulle celebrazioni del 150° anniversario nei luoghi della memoria dell'Unità d'Italia e sui simboli della Repubblica. Per i giornalisti accreditati è stata attivata una rete wireless a larga banda denominata "2 giugno". La stessa rete potrà essere utilizzata dai cittadini che nel fine settimana parteciperanno agli eventi - sabato apertura straordinaria del Museo delle Carrozze e domenica apertura dei Giardini dalle ore 10 alle ore 18 - conclusivi delle celebrazioni della Festa della Repubblica nel 150° dell'Unità d'Italia.

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    Per l'occasione anche Google ha voluto omaggiare l'Italia modificando il suo logo con uno dedicato alla festa del 2 giugno.
     
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    Brindisi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Pranzo di Stato in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia

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    Palazzo del Quirinale, 02/06/2011

    Signori Presidenti e gentili consorti,
    Altezze Reali,
    Illustri Ospiti,
    Signore e Signori,

    sono certo di rappresentare il naturale sentimento di tutti gli italiani esprimendovi profonda gratitudine per il gesto di amicizia e di omaggio nei confronti della nostra nazione e del nostro popolo che avete inteso compiere accogliendo l'invito a partecipare oggi a Roma alla celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia.

    E se abbiamo voluto celebrarlo insieme con voi, è innanzitutto perché la nascita dello Stato nazionale italiano nel 1861 rappresentò un fatto di grande rilievo nella storia dei movimenti nazionali e dei moti di libertà in Europa e per l'evoluzione degli equilibri continentali. Di lì l'importanza internazionale del compimento del moto unitario in Italia : importanza che si sarebbe poi dispiegata sempre di più, toccando il culmine nella seconda metà del secolo scorso. Da allora, infatti, l'Italia ha saputo trovare il suo posto e assumersi le sue responsabilità nella comunità internazionale, in modo particolare come paese fondatore, insieme con i suoi principali vicini, della costruzione di un'Europa integrata e unita.

    E' il riconoscimento di ciò che abbiamo sentito risuonare nelle generose parole - di cui lo ringrazio vivamente - del Segretario Generale di quella Organizzazione delle Nazioni Unite i cui principi e le cui regole rappresentano per noi il supremo quadro di riferimento. E mi sia consentito di dire come nel calore della partecipazione di voi tutti, malgrado gli impegni di un fitto calendario internazionale, a questa celebrazione, noi abbiamo colto l'eco di un moto universale di simpatia per il nostro paese.

    Un moto di simpatia suscitato dalle qualità umane migliori del popolo italiano, dallo slancio con cui esso ha saputo superare le prove più difficili della sua storia. Un moto di simpatia suscitato dall'interesse, per non dire dall'ammirazione, che sempre ha suscitato e suscita nel mondo il patrimonio storico, culturale, artistico, lo stesso patrimonio naturale che caratterizza l'Italia. Il retaggio di civiltà dell'antica Roma ; il messaggio del Cristianesimo ; lo splendore del Rinascimento ; il succedersi, nei secoli, di straordinarie figure di poeti, di scienziati, di artisti ; la fioritura di una lingua e di una cultura comuni molto prima che l'Italia si unificasse politicamente divenendo Stato nazionale : è di tutto questo che si è nutrita l'idea d'Italia, ispirando, fin dall'inizio dell'Ottocento, quel processo di lotte per l'Unità, di tentativi e di errori, di eroici sacrifici, e di lungimiranti azioni politiche che prese il nome di Risorgimento e giunse all'ambito e sofferto traguardo 150 anni orsono.

    Vorrei dirvi che siamo consapevoli dell'ineguagliabile valore del patrimonio storico di cui - nella modestia delle nostre persone - siamo eredi come italiani, e quindi della responsabilità che ci spetta di mostrarcene degni custodi e continuatori. Mai dimenticando l'ampiezza di orizzonti, ben oltre i nostri confini, che ha animato gli spiriti più altamente rappresentativi del genio italiano. Scrisse di sé, nei primi anni del XIV secolo, Dante Alighieri : "Noi che pure amiamo Firenze tanto da subire ingiustamente l'esilio per averla amata, abbiamo per patria il mondo, come i pesci il mare".

    Nei 150 anni trascorsi dal giorno dell'unificazione nazionale, l'Italia ha compiuto un lungo e travagliato cammino. Ci siamo sforzati di ripercorrerlo con spirito critico in occasione di un così solenne anniversario, traendone motivi di lucida consapevolezza, di orgoglio e di fiducia. L'Italia è profondamente cambiata, soprattutto da quando è risorta a vita democratica, riacquistando libertà, unità e indipendenza dopo il ventennio della dittatura fascista e la tragedia della seconda guerra mondiale. Abbiamo - diventando Repubblica - fondato una rinnovata convivenza civile sulle solide basi dei lungimiranti principi della Costituzione del 1948. Grazie a uno straordinario sforzo collettivo di ricostruzione, ci siamo non solo sollevati dalle rovine di una guerra sciagurata, ma trasformati e rapidamente sviluppati entrando a far parte dell'area dei paesi più industrializzati e progrediti del mondo.

    Eppure, eravamo partiti da condizioni di grave arretratezza, 150 anni fa. Non pochi tra voi - Illustri Ospiti - sanno che cosa sia stato nel passato il fiume dell'emigrazione italiana : da questo nostro paese, che dopo l'unificazione non riuscì per lungo tempo a offrire prospettive di lavoro a troppi suoi figli, partirono nel corso di un secolo, emigrando nel resto d'Europa e nel Nuovo Mondo, al di là degli oceani, oltre venticinque milioni di italiani. E' solo da poco più di vent'anni che l'Italia è divenuta invece un paese di immigrazione, fino a registrare una presenza di stranieri pari al 7% della popolazione : ultimo segno della trasformazione che l'economia e la società italiana hanno conosciuto.

    Sì, abbiamo percorso un lungo cammino e straordinari balzi in avanti : ma non sottovalutiamo il peso di problemi di fondo non risolti, di contraddizioni non superate, di squilibri e tensioni persistenti nel tessuto economico e sociale del paese. Non sottovalutiamo, soprattutto, la portata delle nuove sfide che l'Italia è chiamata ad affrontare in un'epoca di radicale e incessante cambiamento della realtà mondiale. Si tratta di sfide che sono dinanzi al nostro paese in quanto tale, ma anche di sfide comuni che l'Europa unita e l'intera comunità internazionale debbono saper raccogliere e vincere insieme. Ebbene, l'Italia farà la sua parte : perché avanzi nel mondo la causa della pace, dei diritti umani, della democrazia, di un equilibrato, equo, sostenibile sviluppo economico e sociale globale. Non nascondiamo le nostre difficoltà : ma sono certo che voi - Signori Presidenti, Altezze Reali, Illustri Ospiti - saprete guardare con amicizia e con fiducia al nostro impegno. Con l'amicizia che la vostra presenza qui oggi ci ha testimoniato ; con la fiducia che l'Italia merita per il lungo corso della sua storia di paese democratico, di soggetto responsabile della comunità europea, atlantica e internazionale.


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