Pietro Taricone è morto: un ricordo del personaggio e dell'uomo.

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    Pietro Taricone è in gravissime condizioni per essere precipitato durante un lancio con il paracadute nei pressi dell'aviosuperficie di Terni. Ricoverato all'ospedale Santa Maria, le sue condizioni sono definite «disperate».
    Taricone, 35 anni, è assistito dalla moglie Kasia Smutniak. Con lei il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e il presidente dell'aviosuperficie.

    L'attore viene sottoposto ora a intervento chirurgico: ha riportato numerosi lesioni in diverse parti del corpo e una emorragia interna. Quando è arrivato al pronto soccorso non era cosciente.

    L'incidente è stato causato dall'avvitamento del paracadute, dovuto a una manovra sbagliata di Taricone. Alcuni testimoni hanno infatti visto l'attore scendere regolarmente. Quindi la manovra che, secondo alcuni, ha provocato la caduta. Gli accertamenti della polizia sono ancora in corso e per chiarire le cause dell'accaduto sarà probabilmente disposta una perizia tecnica.

    Era un corso per la sicurezza.
    Ha ritardato la manovra di frenata prevista a 50 metri da terra dopo un lancio eseguito nell'ambito di un corso per la sicurezza in volo riservato a paracadutisti esperti. Sergio Sbarzella, presidente dell'Azienda trasporti consorziali di Terni ricostruisce la dinamica dell'inicidente.
    Al corso, denominato Vela, hanno partecipato in otto paracadutisti. Come gli altri, Taricone oggi aveva seguito un corso di teoria. Quindi un primo lancio senza problemi. L'attore è poi nuovamente salito su un piccolo aereo che ha raggiunto una quota di 1.500-2.000 metri. Taricone ha lasciato per ultimo il velivolo e il suo paracadute si è aperto regolarmente. A circa 50 metri da terra doveva quindi eseguire una manovra di frenata ma - sempre in base alla ricostruzione del presidente dell'aviosuperficie - l'ha ritardata finendo a terra a una velocità superiore a quella prevista.

    La passione per i lanci.
    Taricone ha una vera passione per il paracadutismo. I primi lanci li ha fatti al centro Skydive Tortuga di Arezzo con la fidanzata Kasia Smutniak. Anche a capodanno di quest'anno Pietro Taricone si è paracadutato sulla spiaggia di Mondello.

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    Due paracadutisti erano morti il 3 aprile e il 1° maggio in altrettanti incidenti avvenuti presso l'aviosupeficie di Terni, una sorta di piccolo aeroporto. Il 3 aprile morì un 27enne romano scontrandosi in volo con un altro paracadutista rimasto a sua volta gravemente ferito. Il 1° maggio Paolo Capretti, 38enne di Ripatransone (San Benedetto del Tronto) fu vittima della mancata apertura del paracadute d'emergenza dopo uno scontro con un altro paracadutista.

    Taricone, divenuto noto dopo la sua partecipazione alla prima edizione del Grande fratello, quella del 2000, ha intrapreso la carriera di attore in tv (Distretto di polizia, Codice rosso, La nuova squadra) e al cinema (Ricordati di me, Radio West, Maradona, La mano de Dios, Feisbum!). Ha partecipato con successo alla recente fiction Tutti pazzi per amore.


    Fonte: Il Messaggero.it

    _____________________


    Non posso crederci...sebbene abbia una paura assoluta di aerei, paracadute, funivie e tutto ciò che non poggia sulla terra: la sicurezza non è mai abbastanza, e troppo spesso capitano tragedie del genere.
    Sono sconvolta... Quante vite spezzate, quanti figli rimangono senza genitori, quanti genitori perdono i propri figli... La vita è un bene troppo prezioso perché si possa mettere a repentaglio per una passione. Ma, purtroppo, siamo esseri umani, con debolezze e velleità eroiche.
    Mi sono affezionata al Taricone attore serio e credibile nel ruolo di vigile del fuoco, e soprattutto a quello nei panni di un poliziotto napoletano, in bilico fra Legge e Camorra...
    Una preghiera anche per lui...affinché gli sia concessa un'altra possibilità.


    Edited by Millam - 28/6/2010, 17:34
     
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    Video di alcuni lanci col paracadute di Pietro Taricone e sua moglie Kasia Smutniak.

     
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  3. Anairam
     
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    Pietro Taricone non ce l'ha fatta: morto dopo un intervento di oltre 9 ore

    TERNI (29 giugno) - Pietro Taricone è morto poco dopo le 2,30 nel reparto di rianimazione dell'ospedale Santa Maria di Terni, dove era stato trasferito dopo un'operazione durata oltre nove ore eseguita per arrestare le gravi emorragie e ridurre le numerose fratture riportate ieri nelle fasi finali di un lancio col paracadute. Il decesso è stato provocato da improvvise complicazioni. Aveva 35 anni (era nato a Frosinone il 4 febbraio 1975, la famiglia è originaria di Trasacco, in provincia de L'Aquila), lascia la compagna Kasia Smutniak e una figlia di 6 anni, Sophie.

    La salma di Taricone è stata portata all'istituto di medicina legale dell'ospedale di Terni e messa a disposizione della magistratura. Sarà quindi ora l'autorità giudiziaria a decidere se disporre l'autopsia. Il direttore sanitario dell'ospedale di Terni, Leonardo Bartolucci ha parlato di uno «stato di choc protrattosi per tutto il tempo» e che poi ha portato alla morte dopo un lunghissimo intervento chirurgico. Lo stesso medico ha ribadito che Taricone non ha mai ripreso conoscenza, così come sempre praticamente assente è stata la pressione arteriosa.

    Un piccolo gruppo di parenti ed amici si è radunato stamani davanti all'istituto di Anatomia Patologica dell'ospedale di Terni dove è stata portata la salma di Taricone. Parenti e amici dell'attore sono rimastii in disparte, evitando di parlare con i giornalisti

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    "Addio a Pietro Taricone"
    "o' guerriero" della tv[...]
    di Silvia Fumarola

    Era molto simpatico, Pietro Taricone, di una simpatia immediata, diretta. Spiegava le cose con una foga da studente che cerca di far capire bene il concetto: "Aho', so' stato chiaro, vero? Perché con voi non si sa mai". "Voi", i giornalisti, "che tanto state sempre di punta: se fai così sbagli, se fai colà pure. Ma un povero Cristo che deve fare?". Schietto, sempre, a costo di sembrare arrogante. Figlio del reality, ma deciso a non farsi stritolare dal meccanismo televisivo.

    L'ex guerriero del Grande Fratello aveva carattere. La sua parabola di macho deciso a sfruttare lo stereotipo per uscire dallo stereotipo - canottiera, muscoli, guasconeria - per trovare la sua strada, oggi che non c'è più, fa ancora riflettere sulla sua personalità. 'O guerriero che trionfa al reality è un ragazzo del Sud che ascolta i consigli del padre ("Pietro, non fare il pagliaccio"), che capisce il rischio che corre: può diventare un fenomeno da baraccone, ma lui non cade nella trappola. Taricone raccontava divertito di quando, uscito dalla casa del Grande Fratello, perfino il figlio del presidente del Consiglio lo aveva chiamato ad allenarsi, che Agnelli gli faceva le battute in napoletano, lui, ragazzo di provincia, proiettato in un mondo "che non potevo neanche immaginare".

    Aveva buttato soldi, comprato auto, frequentato discoteche, fatto calendari, ma aveva chiaro in testa che non sarebbe diventato una marionetta: il Taricone della Casa, l'eroe del popolo, cercava un'altra strada. Ai Taricone d'Italia, in cerca di visibilità e successo facile, era sembrato persino snob vedere come il macho nazionale prendeva le distanze da un certo mondo, ma Pietro Taricone da Frosinone, curioso di tutto - quando lo intervistavi faceva lui un sacco di domande - non voleva vivere la sua vita da eterno "ex del Grande Fratello".

    Il cinema lo ha adottato subito, ha una faccia che piace, lui ci prova e funziona, anche se ha sempre mille dubbi, perché il macho che butta via la maschera si deve confrontare con la vita vera, i ruoli da interpretare, la disciplina del set, i colleghi che all'inizio sono sospettosi ma poi lo adottano. Quando girava Codice rosso, eroico vigile del fuoco, facevano a gara per fargli i complimenti: "generoso", "simpatico", "una persona su cui puoi contare".

    In molti restano stupiti quando sul set di Radio West fa innamorare la bellissima Kasia Smutniak, ex modella diventata attrice, ragazza d'acciaio che conquista le copertine di mezzo mondo. Sono una coppia che sfugge ai fotografi, vanno a vivere in campagna, lui ha l'aria felice. Nasce Sophie. Superano una crisi, lui soffre - lo confessa pubblicamente - continua a farsi domande, sulla vita, sui valori, sulla famiglia, "perché non è come una volta, è tutto complicato, la società è cambiata, oggi crescere un figlio è una bella responsabilità". La carriera decolla - fiction, film d'autore - il guerriero a 35 anni è quasi fiero di sé. Ma la favola non prevede lieto fine.


    Fonte: Repubblica.it



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    L'INTERVISTA
    "Pietro, guerriero dal cuore tenero"
    Taricone, star del Grande Fratello, si confessa: "Ho fatto il macho, ma ora mi riprendo la mia vita"
    di Curzio Maltese

    (intervista che Curzio Maltese fece il 23 dicembre 2000, quando Taricone era appena uscito dalla casa del primo Grande Fratello)



    Che succede quando la tua vita diventa un format? Il Grande Fratello, del quale molti hanno a ragione piene le tasche, si conferma anche in Italia il massimo rito e mito della società dello spettacolo. Quella dove chiunque, per dirla con Andy Warhol, ha diritto a un quarto d'ora di celebrità. E' la versione moderna del Minotauro. Ogni anno dieci giovani, cinque maschi e cinque femmine, vengono offerti in pasto al voyeurismo di massa e al mostro della televisione. Loro, i giovani, ci guadagnano poco e per poco. Quelli che li usano, molti miliardi. Il pubblico gode del sacrificio e alla fine in genere premia chi sembra aver sofferto di più. Qui da noi Cristina, la "bagnina orfana" secondo la cannibalesca sloganistica dei media, sedotta e abbandonata da Pietro 'o guerriero. Il cinismo dell'operazione spingerebbe anche De Sade a simpatizzare per le vittime. Tanto più nel caso del meno finto e aspirante divo della brigata, l'ormai mitico Pietro Taricone.

    Nella finzione inevitabile dello schermo: Tariconan, Pietro 'o guerriero, un macho palestratissimo. Dal vivo e da vivo, un bel tipo di ragazzo meridionale né furbo né fesso, aggressivo per voglia di comunicare, disperatamente aggrappato, in un mondo di pazzi, a quei due o tre principi che gli deve aver passato un'ottima famiglia. Il padre, che al telefono gli ripete "mò non fare o' pagliaccio" e "statti accuorto". E mamma Taricone, la magnifica signora dall'espressione dolcemente ironica vista nella serata finale. Ho parlato col mitico Taricone sulla terrazza di un albergo romano, sfidando l'odio potenzialmente omicida di una ventina di ragazzine appostate.

    Pietro tende a farsi domande e risposte, già pronto per Marzullo: "Cumpa', posso chiedere io 'na cosa?".

    Prego.

    "Che succede se io mi rifiuto di andare al Costanzo Show e a Buona Domenica?".

    Che lei diventa un mito vero.

    "Grazie, ma non è per quello. E' che io vorrei riprendermi la mia vita, poter scegliere. Qui invece ti vogliono trasformare in marionetta, vai qua, vai là, ridi, balla, canta. Io non voglio fare l'ospite di professione, capisci?".

    Capisco, ma allora perché è andato al Grande Fratello?

    "Ma che so, avevo fatto tanti concorsi per entrare ovunque, in polizia, in comune, pure un provino per Nino D'Angelo. Ma l'unico posto dove m'hanno preso è stato il Grande Fratello".

    Come viveva prima di questa incredibile celebrità?

    "M'arrangiavo. Studio legge, facevo l'amministratore di un condominio, l'istruttore in una palestra. Il mio problema era racimolare 50mila lire al giorno".

    Beh, adesso il problema è risolto. Le offrono spot miliardari, copertine, film, telenovelas...

    "Uno spot lo farei, perché ti sistemi. Un film o una telenovela non so, dovrei imparare a recitare...".

    E perché mai, non guarda la televisione?

    "La guardo poco. Mi piace il cinema, americano e con grandi attori: Al Pacino, Bruce Willis, De Niro... Insomma, io il Taricone che fa il macho in Vacanze di Natale non lo faccio per nessuna cifra. Ma per recitare ci vogliono anni di studio. E poi, che prezzo avrà tutto questo?".

    Già, che prezzo avrà secondo lei?

    "Devo capirlo. Non ero nessuno e cento giorni dopo sono una celebrità, senza aver fatto nient'altro che girare in mutande per una casa e sparare fesserie. E adesso? Non vorrei finire sballato. Mi sento come una barchetta che è stata trainata al largo dal Titanic, da questa corazzata che è la televisione: e ora come ci torno a riva?".

    Perché vorrebbe tornare a essere quello di prima, lo sconosciuto Taricone, con cinquantamila lire di traguardo al giorno?

    "Ma io mica stavo male, ero contento. Qualche soldo in più serve. La moto, ecco, mi sono comprato la moto. E poi? Le fans? Mah. Il successo? Ma la vita non è un gioco che devi vincere a tutti i costi. Io voglio rispetto. Posso pure perdere, mi basta mantenere la mia dignità. Come i samurai".

    Ma i samurai mica andavano in tv. Scusi la banalità, ma com'è far l'amore sapendo che dietro la camera ci sono milioni di guardoni?

    "E' stata l'esperienza più annichilente della vita. Per fortuna, dopo un po' ti dimentichi. Insomma io e Cristina ci piacevamo, l'abbiamo fatto. Il pudore non è quello. Il pudore è non fare la puttana dei sentimenti, ridere o piangere a comando, magari per catturare la simpatia del pubblico".

    Non vi sentivate in un acquario?

    "Era una via di mezzo fra una caserma e un Luna Park. Ma l'esperienza umana è stata positiva e al principio divertente come un gioco".

    E poi invece?

    "Capisci che non è un gioco, è una cosa che ti può sconvolgere la vita. Ti rendi conto davvero di che razza di potere mostruoso ha la televisione. Partendo dal nulla e con nulla, fabbrica quello che vuole. La gente dovrebbe rifletterci di più. Altro che par condicio, chi ha in mano la tv in una società come questa può tutto. C'è da farsela sotto".

    A proposito, come la pensa in politica? Hanno detto che è di destra.

    "Ero di destra da ragazzo, come lo si è allora, da idealisti, per aver letto Hegel e Nietzsche alla dannunziana. Nel '95 ho fatto campagna elettorale per Dini a Caserta. Interessante, ho imparato un sacco di cose. Anzitutto che noi meridionali, credendo d'essere i più furbi del mondo, siamo i più fessi d'Europa, quelli che usano meno i fondi comunitari".

    Ora magari le offriranno una candidatura alle prossime elezioni.

    "Perché sono andato cento giorni in diretta? Vabbè che i politici ormai dipendono dalla televisione. Ma no, non sarebbe una cosa seria. Io voglio mantenere i miei valori, fra questi l'idea che nella vita per fare un mestiere devi studiare, faticare, costruire, migliorarsi...".

    Taricone, ma lei è 'o guerriero o un allievo di Norberto Bobbio?

    "Sono uno che cerca di mantenere il senso della realtà. Il guerriero lo facevo così, per pudore dei sentimenti".

    Bel concetto, me lo spiega meglio?

    "La televisione ti rende ipocrita, capisci subito che se fai il modesto, il timido, la gente a casa ti vota e tu ci guadagni. Del resto, basta guardare a 'sta schifezza di melassa spalmata su tutti i palinsenti. Alla fine siamo in Italia, c'è il Vaticano, il buonismo e compagnia bella. Tutti fanno i buoni, i commossi, pure se dentro c'hanno un egocentrismo allucinante e ucciderebbero la madre pur di farsi notare. Così io ho svoltato verso l'auto-parodia del macho, che non deve versare la finta lacrima. E non parlo certo di Cristina, lei è davvero così, ingenua, bella. Comunque ormai l'avventura è finita. Oppure comincia adesso il vero Grande Fratello, che dice?".



    Fonte: Repubblica.it


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    "Una volta Pietro Taricone mi disse: «Ho capito che la tv non mi piace»"
    di Christian Rocca

    Era il settembre del 2000. I giornali parlavano male del Grande fratello. Che orrore, signora mia. I luoghi comuni si sprecavano. Lo snobismo su quel primissimo esperimento di televisione capace di guardare da vicino le persone normali sembrava inarrestabile. Le pagine degli spettacoli dei quotidiani si erano trasformate in manuali di sociologia spicciola. Pietro Taricone era il bersaglio ideale dei radical chic. Si era presentato con atteggiamenti da bullo, con la canottiera, muscoloso, sciupafemmine, meridionale. Tutto troppo facile.

    La cosa non mi convinse e cominciai a guardare su Stream la diretta 24 ore su 24 dalla casa del Grande Fratello. Alla fine del primo weekend, incantato dalla grandezza di Pietro Taricone, proposi al direttore del Foglio di scrivere un articolo in difesa del giovane ragazzo di Trasacco, provincia di Caserta. Due giorni dopo, su un quotidiano austero come il Foglio, quell'articolo diventava una rubrica pubblicata ogni giorno sulla prima pagina col titolo di "Pietromania". Ero diventato il pietromaniaco ufficiale. La mamma di Pietro, la deliziosa signora Rita, mi cercò per ringraziarmi.

    Pietro Taricone era l'esatto contrario di come l'avevano descritto. Era un ragazzo intelligente e dolce, saggio e colto ben al di sopra della media dei ragazzi della sua età e anche di molti giornalisti che lo disprezzavano per i suoi muscoli, ma in realtà perché rosi dal pregiudizio di classe. Chi lo aveva visto nella diretta Stream aveva subito capito che Pietro era di una classe superiore, che giocava col suo personaggio, che si divertiva a épater le bourgeois, a stupire i borghesucci dall'altra parte dello schermo e nelle redazioni. Pietro aveva studiato, sapeva di politica, giocava con la filosofia, era innamorato della storia, declamava canti partigiani, insegnava agli altri concorrenti e ai telespettatori i principi fondamentali dello stato di diritto. Senza essere noioso, senza nascondere la sua gioia di vivere, senza rinunciare a divertirsi e a divertire. Usava i muscoli per spiegare e il cervello per ammaliare, Pietro.

    Tre mesi dopo, Taric li aveva stesi tutti. Quelli che per settimane avevano spiegato quanto fosse cafone e buzzicone scoprirono che non era così. Alla fine della trasmissione, qualche giornalista di Repubblica lo ha chiamato per dirgli che in redazione erano tutti suoi fan. Curzio Maltese, in un'intervista, lo ha paragonato a Norberto Bobbio. Fabio Fazio e Michele Santoro lo hanno contattato e non sono mancate le proposte di lavoro. Pietro però non c'è cascato. E' andato una o due volte in tv, e poi basta. Si era accorto che tutti avevano cominciato a tariconeggiare, a mostrarsi più Tariconi di Taricone, a far finta di essere come lui esattamente come negli anni Settanta gli intellettuali impegnati si vantavano di essere amici e sodali degli operai Fiat. Facevano i Tariconi di fronte a Pietro, ma Pietro rispetto a loro non era soltanto un Taricone vero, era anche di talento.

    Un paio di giorni dopo l'uscita dalla casa del Grande fratello, gli ho regalato una copia del "Marziano a Roma" di Ennio Flaiano. Non c'è stato bisogno di spiegargli perché per lui fosse importante la parabola dell'extraterrestre che prima aveva sconvolto il potere e poi era stato irreparabilmente travolto dal solito conformismo piccolo borghese. Taricone lesse il libro in aereo la mattina successiva, sul volo Milano-Roma. La sera dopo ne parlò nell'Uno contro tutti al Costanzo Show. Due giorni dopo, in un'intervista al Tg1, Umberto Eco si complimentò con Taricone per il colto proposito di non voler fare la fine del marziano.

    L'ho rivisto solo un paio di volte, Taricone. Una volta mi propose di fare il corrispondente del Foglio a Gerusalemme. Qualche settimana fa, tramite un amico comune, ci siamo salutati e scambiati il numero di telefono. Ci saremmo dovuti incontrare a New York, ma non ci siamo riusciti.

    Una volta Pietro mi disse: «Ho capito che la televisione non mi piace. Non vado dalla De Filippi, non faccio più niente. Ho fatto il Costanzo show, e poi basta. Non mi interessa. Mi chiedono di me, dei miei sentimenti, dei miei rapporti, delle mie emozioni. Io non le voglio raccontare a nessuno. L'atteggiamento bullesco serve proprio a questo, a tutelare la mia intelligenza. Il punto è che io non ho niente da dire. Non sono un intellettuale. Ho parlato per 100 giorni, che cosa posso dire di più? Potrei parlare con il corpo, ma mi avete già visto nudo per tre mesi. Che cosa volete? Che canti e balli in tv con Tony Dallara? Non lo farò mai».

    Gli piaceva il cinema, la fiction. Cominciò a studiare e prese a recitare con buoni risultati. Senza mai cedere alle lusinghe del mondo che lo circondava.
    Si è sposato e ha avuto una figlia. Era talmente poco attratto dalle luci della ribalta, da aver deciso di vivere in campagna con la famiglia e i cavalli. Il vero marziano era lui. Ciao, Pietro.

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    Fonte: Il Sole 24 ORE.com
     
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3 replies since 28/6/2010, 15:44   625 views
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