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B Minor..
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Quello di Vivian Lamarque è uno dei tipici casi in cui la semplicità e l'immediatezza di alcuni versi riescono a trasmettere più emozioni di intere pagine in prosa, talvolta prolisse, o eccessivamente retoriche.
Ho conosciuto questa poetessa grazie ad un'antologia scolastica, in seconda media (erano riportati alcuni dei versi che seguono), poi ho avuto modo di scoprire alcune sue opere girovagando su Internet, tempo fa, anche se, come nel caso di altri autori, ne dimentico per lunghi periodi l'esistenza, finché, inspiegabilmente e casualmente, torno a ricordarne alcuni dei componimenti.
Quelle che seguono sono fra le poesie scritte da lei che trovo maggiormente evocative.
Il signore nel cuore
Le era entrato nel cuore.
Passando dalla strada degli occhi e delle orecchie
le era entrato nel cuore.
E lì cosa faceva?
Stava.
Abitava il suo cuore come una casa.
Il signore andato via
Era un signore andato via.
A lei qui rimasta tantissimo mancava.
La traccia da lui lasciata segnava ovunque
intorno a lei l'aria.
Come un quadro spostato
per sempre segna la parete.
(Sic.)
La signora dei baci
Una signora voleva tanto dargli dei baci
non dico tanti, anche solo sette otto
(mila). Invece era proibito perciò non glieli dava.
Se però non fosse stato proibito glieli avrebbe dati tutti
dal primo all'ultimo.
A cosa servono i baci se non si danno?
Poesia illegittima
Quella sera che ho fatto l'amore
mentale con te
non sono stata prudente
dopo un po' mi si è gonfiata la mente
sappi che due notti fa
con dolorose doglie
mi è nata una poesia illegittimamente
porterà solo il mio nome
ma ha la tua aria straniera ti somiglia
mentre non sospetti niente di niente
sappi che ti è nata una figlia.
Inedito
Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo
essere guardati, luccicare
sembrare da lontano
la candida luna
che non siamo..