Francis Turner

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  1. Quoll
     
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    Tratto da: "L'antologia di Spoon River"

    Versione inglese:
    Francis Turner
    I could not run or play in boyhood.
    In manhood I could only sip the cup,
    Not drink-
    For scarlet-fever left my heart diseased.
    Yet I lie here
    Soothed by a secret none but Mary knows:
    There is a garden of acacia,
    Catalpa trees, and arbors sweet with vines--
    There on that afternoon in June
    By Mary's side--
    Kissing her with my soul upon my lips
    It suddenly took flight.

    Versione italiana:
    Francis Turner
    Io non potevo correre né giocare
    quand'ero ragazzo.
    Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa,
    non bere -
    perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato.
    Eppure giaccio qui
    blandito da un segreto che solo Mary conosce:
    c'è un giardino di acacie,
    di catalpe e di pergole addolcite da viti -
    là, in quel pomeriggio di giugno
    al fianco di Mary -
    mentre la baciavo con l'anima sulle labbra,
    l'anima d'improvviso mi fuggì.


    La poesia parla di un uomo che, a causa di una malattia al cuore, non riesce a vivere la sua vita pienamente ("Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, non bere).
    Tutte le poesie di Spoon River sono raccontate da morti. Francis Turner perde la vita a causa dell'enorme emozione che gli scaturì il primo bacio (ormai in età adulta).
    De Andrè trovò ispirazione dall'antologia di Spoon e fece un intero album composto da 7 canzoni (le poesie sono circa 130) tratte dai personaggi che più lo avevano complito in Spoon River.
    "Un malato di cuore" è la versione di De Andrè di "Francis Turner"

    Edited by Quoll - 10/11/2011, 23:19
     
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  2. Daniel Dolphin
     
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    L'esistenza di Francis Turner è finita ma con una vera gioia: l'amore. Francis Turner ha voluto la vita con tutto se stesso e quando ha lottato per averla non ha potuto che gioire, purtroppo la vita ha anche la sua fine nella morte ma ciò non significa che tutto quello che è venuto prima della morte non sia importante.
     
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  3. B Minor.
     
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    Sì, mi trovo d'accordo anche io con Guido.

    CITAZIONE
    Francis Turner ha voluto la vita con tutto se stesso e quando ha lottato per averla non ha potuto che gioire [...].

    È forse questa la bellezza di tale personaggio, capace di combattere per ottenere ciò che più di qualsiasi altra cosa desiderava e, una volta raggiunta, coerentemente con la propria personalità, capace di gioire a tal punto da morirne.
    Non riesco ad immaginare una morte "naturale" più struggente ed edificante e significativa e commovente di questa, che è una morte pura, solenne, paradossalmente meravigliosa, per quanto la morte possa esserlo.
    Non avevo mai letto questa poesia, né ne conoscevo l'autore, ma l'ho apprezzata in maniera indicibile, forse perché la sento incredibilmente vicina al mio modo di essere e di affrontare la vita. Fra l'altro, la canzone di Fabrizio De André le fa onore: è la rielaborazione di un cantautore, ma non smette di essere poesia. Anzi, forse diventa Poesia in un senso ancor più allargato, perché la musica gioca un ruolo fondamentale nella descrizione degli stati d'animo, nella scansione delle azioni, nell'insistenza in un pàthos che non può non rapire, anche solo per una manciata di minuti, chiunque si ritenga, seppur solo potenzialmente, seppur in minima quantità, "un malato di cuore".

    Marco, noti anche tu un certo collegamento con il topic riguardante il video di Bill Hicks? :smile:
     
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  4. Quoll
     
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    Una nota:
    Nell'album di De Andrè "Non al denaro, non all'amore nè al cielo" Francis Turner chiude la parte sull'invidia.
    Infatti l'album è diviso in due parti, una che parla dell'invidia (Un giudice, un matto, un blasemo e un malato di cuore) e una che parla della scienza (un chimico, un ottico, un medico) e le due canzoni di apertura e di chiusura.
    Francis Turner è l'unico che, infine, riesce a battere l'invidia e ha un lieto fine.

    La versione di De Andrè secondo me prende di più perchè la musica accompagna in modo perfetto la narrazione mentre, purtroppo, il testo diventa difficile da comprendere e quindi diventa difficile da seguire se non si sa già di che parla.

    Seppur lieve, in effetti, c'è un certo collegamento. La questione del "Con quanta leggerezza si può prendere la vita?" è interessante e secondo me ci sarebbero un bel po' di altre parole da spendere su essa.


    Edited by Quoll - 17/11/2011, 22:24
     
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  5. B Minor.
     
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    CITAZIONE (Quoll @ 17/11/2011, 19:01) 
    La versione di De Andrè secondo me prende di più perchè la musica accompagna in modo perfetto la narrazione mentre, purtroppo, il testo diventa difficile da comprendere e quindi diventa difficile da seguire se non si sa già di che parla.

    Hai ragione, in effetti a me era capitato più volte di ascoltarla, eppure, forse anche per via di scarsa attenzione, non ero stata in grado di comprenderne fino in fondo il significato. Ciò non toglie, tuttavia, che sia un brano più che pregevole: sta, poi, a chi lo ascolta documentarsi, nel momento in cui decidesse di volerne sapere di più. Anzi, a mio parere è splendido che i cantautori - ed i cantanti, in generale - si rifacciano ad una tradizione poetico-letteraria precedente, quale ispirazione per i propri testi.
    (:

    Condivido pienamente, la questione è ampia, dibattuta ed importante. Comunque, ecco, anche un topic come questo potrebbe fornire spunti di riflessione in proposito - e questo perché il tema della Vita, così come quello del Tempo e della Ricerca, in questo forum si intrecciano e si ripresentano sempre, talvolta in maniera implicita o mascherata, ma senza smettere di permeare di sé le riflessioni che sorgono spontaneamente in una sezione o nell'altra. :smile:
     
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4 replies since 1/11/2011, 16:31   630 views
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