Il Pensiero positivo

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    Il Pensiero positivo rappresenta la chiave per scardinare gli schemi mentali negativi che sono tra le cause sia delle malattie che ci affliggono che della nostra infelicità in generale.
    Le tecniche proposte dal pensiero positivo funzionano perché portano la nostra attenzione ai nostri processi mentali negativi, alle nostre affermazioni inconsapevoli che programmano e rafforzano, nostro malgrado, la realtà di ogni giorno. Piccoli meccanismi a cui non poniamo attenzione che, tuttavia, ripetuti nel tempo, creano i condizionamenti a cui finiamo con il sottostare, arrivando a considerarli anche parte integrante del nostro carattere e anche fino a provocare patologie e disturbi fisici come risultato della cristallizzazione di pensieri negativi.
    La casistica di come le nostre emozioni represse e le false credenze si traducano in sintomi è ampia e precisa. Per questo le nostre malattie sono un utile strumento per capire meglio noi stessi.

    Per riprogrammare la nostra mente occorre innanzitutto prestare attenzione ai nostri pensieri, ma esistono anche stratagemmi per “sovrascrivere” il programma negativo che intendiamo cancellare, con uno nuovo, positivo, che ci aiuterà a cambiare in meglio la nostra vita.
    Occorre armarsi di volontà e un minimo di costanza: guardarsi allo specchio ogni mattina, e sorridersi.
    All’inizio forse sarà difficile, specie in quei giorni in cui non ci si sente per nulla ottimisti, ma piano piano riusciremo a diventare più spontanei e a pronunciare affermazioni positive ad alta voce con spontaneità e convinzione: “Ti voglio bene, sei una persona bellissima…” , dirlo a se stessi sembra strano, eppure funziona.
    Guardare se stessi e tutto ciò che ci circonda con più amore e, perché no, con un po’ di umorismo, per relativizzare i piccoli drammi e i conseguenti malumori.
    Il pensiero positivo potrà operare veri e propri piccoli miracoli.

    * * *



    Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi sogni,
    perché c’è un’unica creatura che può fermarti,
    e quella creatura sei tu.

    Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi sogni.
    Non smettere mai di cercare,
    tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.
    L’unico responsabile del tuo successo
    o del tuo fallimento sei tu, ricordalo.

    Ogni pensiero o idea pronunciata a voce alta viaggia nel vento;
    la voce corre nell’aria, cambiandone il corso.
    Se sei brava da udire abbastanza,
    tu potrai ascoltare l’eco di saggezze
    e conoscenze lontane nel tempo e nello spazio.
    Tutto il sapere del mondo è a disposizione di chiunque sia disposto
    a credere e a voler ascoltare.

    La libertà è una scelta che soltanto tu puoi fare:
    tu sei legata soltanto dalle catene delle tue paure.
    Non è mai una vera tragedia provare e fallire,
    perché prima o poi si impara.
    La tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.


    Mentre noi possiamo orientare
    le nostre mosse verso un obiettivo comune,
    ognuno di noi deve trovare la propria strada,
    perché le risposte non possono essere trovate
    seguendo le orme di un’altra persona.

    Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te,
    immagina ciò che puoi raggiungere
    quando sei tu a credere in te stessa.


    Peter O’Connor, da “Ali sull’oceano”

    * * *



    Quando ti prepari per ottenere il meglio dalla tua vita, le tue forze interiori collaborano con te più di quanto tu possa sperare, al fine di farti realizzare oltre quel meglio che tu avevi potuto concepire.
    Fin dal mattino, al risveglio, esprimi gratitudine per il fatto di vivere questo nuovo giorno. Pensa e credi che oggi sarà un bel giorno, e che domani lo sarà ancora di più.
    Guardati allo specchio e sorriditi, lasciati riempire dalla gioia di vivere, fallo ogni mattina.





    Fonte

    Edited by Millam - 23/7/2010, 03:46
     
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  2. ~A Change of Pace.
     
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    CITAZIONE
    e a pronunciare affermazioni positive ad alta voce con spontaneità e convinzione: “Ti voglio bene, sei una persona bellissima…” , dirlo a se stessi sembra strano, eppure funziona.

    Effettivamente sembra molto strano :prr:

    Comunque, a volte non è semplice, ma anche io sono convinto che si debba essere ottimisti: non vedo come il disfattismo possa aiutarci in genere. Anche se, certo, essere ottimisti non deve significare perdere il senso della realtà e lasciarsi andare a futili illusioni. Bisogna trovare il giusto mezzo, come per tutto.
     
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    La libertà è una scelta che soltanto tu puoi fare:
    tu sei legato/a soltanto dalle catene delle tue paure.
    Non è mai una vera tragedia provare e fallire,
    perché prima o poi si impara.
    La tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.

    Quanta verità e saggezza in queste parole...
     
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  4. B Minor.
     
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    CITAZIONE
    Fin dal mattino, al risveglio, esprimi gratitudine per il fatto di vivere questo nuovo giorno. Pensa e credi che oggi sarà un bel giorno, e che domani lo sarà ancora di più.
    Guardati allo specchio e sorriditi, lasciati riempire dalla gioia di vivere, fallo ogni mattina.

    :love:

    Non avevo mai notato questo topic, ma "meglio tardi che mai". :prr:
    Ad attirarmi è stato proprio il titolo, perché, lo scorso anno scolastico, mi è capitato di svolgere un compito in classe di Francese riguardante lo stesso argomento.
    La mattina del compito non mi ero alzata molto di buonumore (non ricordo come mai) e, arrivata a scuola, mi ero detta che sarebbe stato controproducente trascinare oltre il mio nervosismo: avrei rischiato di non concentrarmi più di tanto sulla verifica e di fare un buco nell'acqua. Così, per le prime ore di lezione, non ho fatto altro che ripetermi: "Bisogna pensare in positivo per ottenere il meglio".
    Poco dopo, la professoressa è entrata in classe annunciando: "Oggi faremo un compito sul pensiero positivo!".
    Incredibile ma vero.
    Ebbene, oggetto del compito era la ricerca condotta da alcuni studiosi, secondo cui chi ha un approccio ottimista nei confronti di impegni, progetti, giornate e così via, dia maggiori possibilità di riuscita, perché permette di focalizzare in modo più lucido e realistico l'attenzione sulle proprie capacità.
    E' anche vero che non bisognerebbe scadere in un eccesso di fiducia, che rischia di diventare altrettanto deviante, ma l'esercizio "dello specchio" credo finisca per dare risultati davvero strabilianti, almeno per quanto mi riguarda.
    Nel testo in lingua Francese di quella mattina, per esempio, erano riportati alcuni casi tratti dalla vita quotidiana delle persone intervistate, mediante i quali risultava evidente la differenza fra chi affrontava in modo pessimista o disfattista certe questioni e chi si comportava in modo opposto, con conseguenze facilmente immaginabili.
    A questo proposito, però, mi è tornato in mente anche altro: il mese scorso sono stata ad un incontro organizzato dal mio Liceo poco prima del periodo Pasquale e durante il quale, fra i relatori, è stato invitato un signore marchigiano che lavora da circa trent'anni in un centro di recupero di ragazzi facenti uso di sostanze stupefacenti.
    Quest'uomo ha raccontato molto riguardo alla propria attività, sempre svolta con dedizione e cieca fiducia nell'animo di tali ragazzi, ed ha riportato un episodio molto significativo per spiegare l'importanza, ancora una volta, del "pensiero positivo".
    Prima di una conferenza alla quale era stato invitato - ci ha detto -, si trovava in auto con due dei "suoi ragazzi", che aveva scelto come testimoni e co-relatori per il giorno in questione. Uno di essi, spaventato, continuava a ripetere: "Non riuscirò mai a parlare davanti a tutta quella gente! Non ne sono capace, sarà un disastro!". E lui, calmissimo, gli ha risposto: "E' vero, probabilmente non sarai all'altezza delle tue aspettative, andrà male e non sarai per niente soddisfatto di te stesso, anzi, verosimilmente sarà un disastro". Il ragazzo non sapeva cosa ribattere, così, perfino un po' abbattuto, è rimasto in silenzio finché non sono arrivati a destinazione.
    "Per finire, è stato un vero successo", ci ha raccontato questo signore marchigiano. "Entrambi i ragazzi, esortati a dare il meglio di sé proprio per il fatto che nemmeno io sembravo credere in loro fino in fondo, rabbiosi perché desiderosi di dimostrare quanto valessero e quanto di prezioso avessero da dire, hanno tirato fuori tutta la grinta possibile, senza nemmeno pensare all'eventuale disastro che li stava per aspettare. Hanno dimenticato la paura, la gente attorno ed il giudizio altrui: si sono divertiti, sono stati sinceri e tutti, in sala, li hanno apprezzati".
    Devo ammettere di essere rimasta molto colpita da questa testimonianza: si tratta, senza dubbio, di un modo quasi contraddittorio, o comunque paradossale, di concepire un "pensiero positivo". Eppure, aver presente la possibilità di una sconfitta è forse uno sprone in più, finché ci si sente ancora in tempo, per dare il meglio di sé e fare tutto il possibile. Forse è più il pensiero di un esito negativo a spaventare che il vero e proprio passaggio attraverso tale esito negativo: è contro la paura, quindi, che bisogna lottare, non contro l'eventualità di un cattivo esito in sé.

    CITAZIONE
    La libertà è una scelta che soltanto tu puoi fare:
    tu sei legato/a soltanto dalle catene delle tue paure.
    Non è mai una vera tragedia provare e fallire,
    perché prima o poi si impara.
    La tragedia è non provarci nemmeno per paura di fallire.

    Sono assolutamente d'accordo con questa strofa, così come con il resto del componimento! Non l'avevo mai letto, ma ora più che mai lo trovo vicinissimo al mio modo di pensare, al punto che certe riflessioni erano maturate in me con gli stessi termini usati da Peter O’Connor.
    Dopotutto, non esisterebbe alcun tentativo, né il tentativo di un tentativo, se non si avesse la speranza, o anche solo la più labile delle convinzioni, che non si stia agendo invano. A questo proposito, nell'enciclica "Fides et Ratio", Giovanni Paolo II scrisse:
    CITAZIONE
    L'uomo non inizierebbe a cercare ciò che ignorasse del tutto o stimasse assolutamente irraggiungibile. Solo la prospettiva di poter arrivare ad una risposta può indurlo a muovere il primo passo. Di fatto, proprio questo è ciò che normalmente accade nella ricerca scientifica. Quando uno scienziato, a seguito di una intuizione, si pone alla ricerca della spiegazione logica e verificabile di un determinato fenomeno, egli ha fiducia fin dall'inizio di trovare una risposta, e non s'arrende davanti agli insuccessi. Egli non ritiene inutile l'intuizione originaria solo perché non ha raggiunto l'obiettivo; con ragione dirà piuttosto che non ha trovato ancora la risposta adeguata.

    Credo che faccia proprio al caso del topic in questione.
    Fra l'altro, proprio ieri sera ho abbozzato una sorta di "dialogo immaginario" a cui sto ancora lavorando. Ve lo riporto, perché (altra strana coincidenza) è più che inerente a questo argomento.

    CITAZIONE
    - Hai il cinquanta per cento di possibilità che le cose vadano come desideri. Sei dentro un tentativo che potrebbe culminare in una catastrofe, oppure in un miracolo. Ed i miracoli esistono, credimi. Così come esistono le catastrofi, quelle vere. Entrambe le cose capitano con la stessa frequenza ed in maniera del tutto casuale, forse.
    - E come faccio a non perdere la speranza, o a non illudermi ancora?
    - Un trucco potrebbe essere quello di concentrarti, prima di andare a letto, e dirti con convinzione: "potrebbe essere una catastrofe, come probabilmente sarà". Pensa a tutte le conseguenze che risulterebbero da un esito del genere, sii disfattista quanto vuoi, non escludere nulla. Poi, un attimo prima di abbandonarti al sonno, sussurrati: "Però, al contrario, potrebbe essere un miracolo". E lo sarà, lo sarà. Se continui a crederci, lo sarà.
    - E se non lo fosse?
    - Per lo meno ci avrai provato. Con tutto l'ardore, la dedizione, la pazienza, la sincerità, la passione, l'entusiasmo e la bellezza possibili. Avrai già vinto, se proverai.
    - Anche se nessuno me ne riconoscesse il merito?
    - Anche se tutti di disprezzassero fino alla fine dei tuoi giorni. C'è più vita in un tentativo che nell'esito stesso, forse. Nel tentativo c'è tutta la voglia di riuscire.
    - E nel fallimento la delusione.
    - No, nel fallimento c'è solo il ricordo di un tentativo: ricordo positivo, nel caso di un tentativo riuscito, e ricordo negativo, nel caso di un tentativo fallito. Se il tentativo riesce, non c'è niente di cui rimproverarsi.
    - Com'è possibile che un tentativo sembri "riuscito", se l'esito non è quello che ci si aspettava?
    - Se hai dato tutto te stesso per la causa in cui credevi, il tentativo è riuscito.
    - Questa è la consolazione degli insoddisfatti cronici.
    - Preferisco pensare che sia, invece, la forza di chi sceglie di bruciarsi col fuoco e riempirsi di cicatrici, non privandosi mai di agire secondo quel che il proprio cuore desidera, piuttosto che morire assiderato.
    - Dici così solo perché hai più paura del fuoco che del freddo.
    - No, credimi: io ho paura perfino della mia ombra. Ed il fuoco è il mio peggiore incubo, ma forse a terrorizzare di più è proprio ciò che potrebbe nascondere la felicità più grande.
    - Continuo a pensare che potrebbe essere una catastrofe.
    - Certo che sì, anzi, realisticamente lo sarà!
    - E allora?
    - E allora non fare da spettatore alla tua stessa catastrofe. Non permettere che si verifichi senza aver prima opposto resistenza. Concediti l'opportunità di andare incontro ad un miracolo, o di fallire eroicamente.
    - A che scopo?
    - Allo scopo di dormire serenamente ogni notte, dicendoti: "se c'è una cosa che avrei dovuto fare e che ho fatto, è stata quella di avere fiducia fino all'ultimo momento".
    - Questo salva dai sensi di colpa, dai rimorsi, dai rimpianti, dalla nostalgia e dall'insoddisfazione?
    - No, ma salva almeno dalla morte. Non potresti mai perdonarti di non avere dato tutto te stesso per qualcosa in cui hai creduto, nessuno potrebbe. A maggior ragione nel caso in cui ti stia davvero aspettando una catastrofe.

    Dovrei lavorarci ancora un po', però credo che il senso si possa già cogliere facilmente.
    Ecco, non potevo immaginare che avrei finito per trovare e commentare un topic tanto strettamente collegato alla faccenda, ma... Non me ne dispiaccio affatto! :prr:

    Vorrei concludere proponendovi un cortometraggio che ho scoperto da poco e che mi ha permesso un'ulteriore ed importante riflessione quanto al "pensiero positivo": l'azione più coraggiosa che un uomo possa concedere a se stesso consiste forse nel fare delle proprie debolezze punti di forza inimmaginabili.
    Guardare per credere.



    CITAZIONE
    - Splendido, non è vero? Come si muovono, pieni di forza, colore ed eleganza. Sono sbalorditivi. Tu, invece... Maledetto dalla nascita. Un uomo, se così lo si può chiamare, a cui Dio stesso ha voltato le spalle.
    - Basta! Perché dici così?
    - Perché tu lo credi. Ma se soltanto tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri! [...]
    - Ma sono diversi da me.
    - Sì. Tu un vantaggio ce l'hai: più grande è la lotta e più glorioso è il trionfo.



    Edited by B Minor. - 19/4/2012, 17:23
     
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  5. B Minor.
     
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    Mi sono accorta che qui Giusi aveva già proposto la vicenda di Nick Vujicic, con alcuni video riguardanti la sua testimonianza diretta.
    Penso sia un buon modo di integrare il cortometraggio che avevo proposto, per chi fosse interessato. :smile:

    Inoltre:
    CITAZIONE
    Comunque era solo uno che si era perso.
    - Anonimo, graffito sulla statua di Cristoforo Colombo a New York.

    Più Pensiero positivo di così... :lool:
     
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4 replies since 22/7/2010, 21:21   240 views
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