"Wesley, il gufo" - una storia vera

Stacey O'Brien

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  1. Aylys Raziel
     
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    SPOILER (click to view)
    se non è personale questo non lo è nulla nella mia vita


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    Titolo: Wesley, Il Gufo
    Titolo originale: Wesley, the Owl
    Autore: Stacey O'Brien
    Anno di pubblicazione: 2008
    Anno di pubblicazione in Italia: marzo 2009
    Editore: Elliot
    Pagine: 275
    Prezzo: 16,50
    Disponibilità: reperibile
    Adatto: tutti
    ISBN:
    codice ISBN-10: 8861920748
    codice ISBN-13: 9788861920743


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    Trama
    Una perfetta Love Story (con le iniziali maiuscole, proprio come il film). Lei, Stacey, graziosa, un po’ solitaria, con lo spettro della malattia dietro l’angolo. Lui, Wesley, amabile, imprevedibile e giocherellone, ma di polso. Tra i due scocca inevitabile la scintilla. Tutto sembrerebbe normale, persino banale, non fosse che lui, lui Wesley, è un adorabile gufo da granaio (a essere precisini, un barbagianni). Stacey lo accoglie fin da piccolo, lo accudisce, e i due diventano inseparabili. Narrata con brio, con sentimento ma senza sentimentalismi, la favola incredibilmente vera di un rapporto speciale e unico, dove non importa più chi sia l’essere umano e chi l’animale; una vicenda che scalda il cuore, «un inedito incrocio tra il John Grogan di Io e Marley e un Nicholas Sparks meno sdolcinato» («The Seattle Times»).

    Adattamenti: /
    Basato su: su nulla, è una storia vera.
    Fonti: http://www.elliotedizioni.com/catalog/pags/
    Sito web ufficiale: http://www.wesleytheowl.com/

    Curiosità: Sempre legato al Romanzo di Martin Hocke (L’Antico Regno del Silenzio), a pag 63 ho avuto un lampo di intuizione quando ho letto i suoni che faceva Wesley (Stacey li scriveva spesso), che ricordano tantissimo i nomi dei gentitori di Hunter: Steeple il padre e Dapple la madre. Leggete quella pagina voi che avete letto il libro di Hocke.

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    Opinione personale:

    Il Linguaggio dell'Anima!
    Ho inseguito per anni il sogno di Martin Hocke nel Regno del Silenzio, per anni desideravo avere il Gufo Bianco del Labirinto di Jim Henson e, per anni, ho sognato, scritto, desiderato essere un Gufo Bianco e volare nella notte innevata verso la luna piena. Ma è stato grazie a Stacey O’Brien, l’autrice di questo volume che ho finalmente capito cosa vuol dire avere e curare (davvero) un Gufo dei granai. Ed è stato Wesley a farmi capire cosa significa essere un Gufo.

    Questa storia inizia come tante, Stacey, una biologa ‘riceve’ questo piccolo dagli occhi ancora chiusi, aveva un problema ad un ala e, in Natura sarebbe rientrato nella percentuale dei giovani che periscono: solo il più forte sopravvive, non dimenticatelo!

    Va a vantaggio di Stacey l’esperienza del settore che ricopre, che le permette di cominciare con il piede giusto; sa che se vuole dare un buon imprinting deve cominciare a parlargli il più possibile, perché il Gufo Bianco (Barn Owl, Barbagianni) ha un senso che sviluppa maggiormente: l’udito. Con questo senso vede ancora più che con gli occhi, registrandosi vere e proprie mappe visive dettagliate, che stupiranno l’autrice nel corso dei suoi quasi 19 anni con lui.

    La loro vita insieme comincia ufficialmente quando il pullo apre gli occhi e incrocia la prima volta quelli dell’Autrice. È come se un uomo e una donna si fossero incontrati e innamorati e sposati. Mi vien quasi l’azzardo a dire che le loro Anime sono identiche, Anime gemelle. E che forse in questa vita ‘lui’ ha sbagliato corpo, ma dovevano stare insieme e ci sono riusciti e felicemente!

    In tutto il libro non ho fatto che sorridere, mentre leggevo la traduzione del comportamento di Wesley da parte dell’Autrice. Sorridevo e mi sorprendevo, mentre apprendevo quanto sofisticato era divenuto il linguaggio fra i due. Ho assorbito le emozioni, le paure, i progressi che hanno fatto insieme, i successi e le gratificazioni che hanno guadagnato. Ho osservato con le lacrime di emozione, in silenzio, durante i loro momenti intimi, quando si coccolavono a vicenda e si addormentavano insieme, felici dopo un’altra giornata insieme.

    Mi sono schifata quando mi son resa conto che i topi andavano ‘uccisi’ tagliati e messi nel congelatore.

    Ho emesso versi di fascino quando il loro rapporto ha fatto il salto di qualità raggiungendo l’apice della fiducia reciproca e ho pianto, faticando ad arrivare alla fine quando ho capito che era giunto il tramonto.

    Perché ometterlo, che senso ha? È implicito che – specialmente nelle storie di animali – arrivi un tramonto, l’autrice stessa ammette che non sopporta questa parte, ma che non può non parlane tuttavia.

    L’autrice ha ricevuto una grande eredità: la chiave del mondo di Wesley. I Gufi hanno continuato a cercarla, forse per unirsi al suo dolore, forse per vedere dov’era Wesley. Non ci è dato saperlo con certezza. Ma io voglio credere di sì.

    Una delle cose che mi angustiano è che ho pianto e sofferto ma siamo sempre solo noi ‘amanti degli animali’ che lo facciamo, i cattivi rimangono e non si ammorbidiscono di fronte a questi eventi, a queste storie.

    Vorrei esserci io nei laboratori e studiare un siero che inietta nell’essere umano una maggior comprensione e rispetto per la vita!

    A volte vorrei fare rewind e rispondere a quella persona che mi chiese: ‘Come fai a paragonare un cane a un bambino?’ ed io vorrei semplicemente contro proporle questa di domanda: quale oscuro e incomprensibile istinto ti suggerisce di porre e di porti questo quesito?


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    Senza dubbio consigliato, il miglior libro che abbia letto negli ultimi tempi!
     
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10 replies since 2/7/2009, 20:55   1432 views
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