Voi, nuvole grigio acciaio
Voi, nuvole grigio acciaio, dal vento frustate, che correte verso mete sconosciute Voi, portatevi il quadro dell’azzurro cielo Voi, portatevi il cinereo fumo Voi, portatevi della lotta il risso spettro Voi, difendeteci! Voi, che siete fatte solo di gas. Veleggiate per i mondi, semplicemente, spazzate dai venti come l’eterno viandante aspettando la morte voglio una volta così come voi – i metri misurare di lontananze future e non tornare più Voi, cineree nuvole sull’orizzonte Voi, siate speranza e sempiterno simbolo! Voi, che con il temporale il sole coprite Vi incalza il tempo! E dietro a voi è il giorno!
Vedem, Hanu_ Hachenburg (1929 morto nel 1944)
Sono Ebreo
Sono ebreo ed ebreo resto anche se dalla fame morirò così al popolo non recherò sconfitta sempre per il mio popolo sul mio onore combatterò Orgoglioso del mio popolo sono che onore ha questo popolo sempre sarò appresso sempre di nuovo vivrò
Franta Bass
Nostalgia della casa
E’ più di un anno che vivo al ghetto, nella nera città di Terezin, e quando penso alla mia casa so bene di che si tratta. O mia piccola casa, mia casetta, perché m’hanno strappato da te, perché m’hanno portato nella desolazione, nell’abisso di un nulla senza ritorno? Oh, come vorrei tornare a casa mia, fiore di primavera! Quando vivevo tra le sue mura io non sapevo quanto l’amavo! Ora ricordo quei tempi d’oro: presto ritornerò, ecco, già corro. Per le strade girano i reclusi e in ogni volto che incontri tu vedi che cos’è questo ghetto, la paura e la miseria. Squallore e fame, queste è la vita che noi viviamo quaggiù, ma nessuno si deve avvedere: la terra gira e i tempi cambieranno. Che arrivi dunque quel giorno in cui ci rivedremo, mia piccola casa! Ma intanto prezioso mi sei perché mi posso sognare di te.
Anonimo (1943)
Lacrime
e dopo di loro la rassegnazione giunge, lacrime senza le quali la vita non è, lacrime ispirazione alla tristezza lacrime che scendono senza tregua
Alena Synkovà
Una volta
Una volta una volta arriva Una volta la consolazione appare Una volta compare la speranza Una volta terribilmente si sfoga Una volta una brocca di lacrime scoppia Una volta alla morte dice “Taci ormai” Una volta arriva il giorno giusto Una volta d’acqua sarà il vino Una volta di piangere smettiamo Una volta le ferite si rimarginano Una volta Giuseppe, Dio questo vincolo di schiavitù getta Una volta anche Erode muore impazzendo dal terrore Una volta Davide pastore di porpora si colorirà la tunica colui che lo inseguiva diventa storpio il vecchio Re Saul. Una volta ha fine anche il dolore della malinconica esistenza una volta arriva il salvatore per levare il giogo ai soggiogati Una volta saremo se vuole il Signore A Canaan portati Una volta l’aloe fiorirà Una volta la palma i frutti dà Una volta tutto quello che è paura Una volta passa la nostra povertà Una volta entriamo nella tenda di Dio Una volta, una volta per noi germoglierà.
Ivo Katz
Lettera a papà
Mammina ha detto, che oggi debbo scriverti ma ho avuto tempo, nuovi bimbi sono arrivati dagli ultimi trasporti e giocare volevo non mi accorgevo come fugge l’istante. Mi sono sistemato, dormo sul materasso per terra, per non cadere. Almeno non c’è bisogno di farsi il letto ed al mattino dalla finestra vedo il cielo. Ho un po’ tossito, ma non voglio ammalarmi così sono felice quando corro in cortile. Oggi da noi una veglia si terrà proprio come in estate al campo degli scout. Canteremo canzoni conosciute la signorina suonerà la fisarmonica. So che ti meravigli di come stiamo bene e che sicuramente ti rallegreresti di stare qui con me. Qualcos’altro, papà: vieni qui presto e sia più lieto il tuo volto! Quando sei triste, mammina allora si dispiace e dei suoi occhi mi manca lo splendore. E hai promesso di portarmi i libri che veramente da leggere non ho nulla, per favore vieni domani prima che sia buio del mio grazie puoi essere sicuro. Ormai debbo finire. Da parte della mamma ti saluto con impazienza aspetto il suono dei tuoi passi el corridoio. Prima che di nuovo con noi sarai ti saluta e ti bacia il tuo fedele ragazzo.
Hajn
E’ così
In quella che è chiamata la piazza di Terezin è seduto un piccolo vecchio come se fosse in un giardino. Ha la barba e un berretto in testa. Col suo ultimo dente mastica un pezzo di pane duro. Mio Dio, col suo ultimo dente: invece d’una zuppa di lenticchie povero superstite!
"Koleba":
M. Kosck (nato il 30.3.32; morto il 19.10.44 ad Auschwitz) H. Loewy (nato il 29.6.31; morto il 4.10.44 ad Auschwitz) Bachner (dati anagrafici non accertati)
Tutti questi bei momenti si son persi senza rimedio la mia vita non ha una meta e per cercarla non ho più le forze. Ancora una volta soltanto la tua testa nelle mie mani, prendere poi chiudere gli occhi e nelle tenebre andarsene in silenzio.
Anonimo
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima, Così ricca, smagliante, splendidamente gialla. Se le lacrime del sole potessero cantare contro una pietra bianca… Quella, quella gialla E' portata lievemente in alto. Se ne è andata, ne sono certo, perché voleva dare un bacio d’addio al mondo. Per sette settimane ho vissuto qui, Rinchiuso dentro questo ghetto Ma qui ho trovato la mia gente. Mi chiamano le margherite E le candele che splendono sull’abete bianco nel cortile. Solo che io non ho visto mai un’altra farfalla. Quella farfalla era l’ultima. Le farfalle non vivono qui, nel ghetto.
Pavel Friedmann (4-6-1942)
Paura
Oggi il ghetto prova una paura diversa, Stretta nella sua morsa, la Morte brandisce una falce di ghiaccio. Un male malvagio sparge il terrore nella sua scia, Le vittime della sua ombra piangono e si contorcono.
Oggi il battito di un cuore di padre narra del suo terrore E le madri nascondono la testa tra le mani. Adesso qui i bimbi rantolano e muoiono di tifo Il loro sudario sconta un’amara tassa.
Il mio cuore batte ancora nel mio petto Mentre gli amici partono per altri mondi. Forse è meglio – chi può saperlo? – Assistere a ciò oppure morire oggi?
No, no, mio Dio, voglio vivere! Senza vedere dissolversi i nostri numeri. Vogliamo avere un mondo migliore, Vogliamo lavorare – non dobbiamo morire!
Eva Pichová (dodici anni, Nymburk)
Il giardino
Un piccolo giardino, Fragrante e pieno di rose. Il viale è stretto, Lo percorre un piccolo bambino.
Un piccolo bambino, un dolce bambino, Come quel fiore che sboccia. Quando il fiore arriverà a fiorire Il piccolo bambino non ci sarà più.
Franta Bass
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