Filastrocche sulle stagioni

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    Filastrocche e poesie sulle stagioni

    "Le stagioni"
    Luce, tepore e fiori,
    profumi e buoni odori,
    pioggerella leggera:
    è questa primavera!

    Caldo, biade mature,
    rischio di scottature
    e pozze disseccate:
    "Son io! Son l'estate!"

    Grappoli d'oro ai tralci,
    ruggine sulle falci,
    foglie gialle in danza:
    l'autunno rapido avanza.

    Ventaccio, neve e gelo,
    imbronciato e grigio il cielo;
    tutto di neve è ammantato:
    l'inverno è ormai arrivato!

    * * *

    "Le stagioni"
    (di Marisa)
    Sono quattro come i moschettieri
    le stagioni scacciapensieri.

    É fatta di fiori e frutti profumati,
    è la più sincera,
    il suo nome è primavera.

    È esuberante e piena di belle giornate:
    è l’estate,
    con il sole che scotta
    e il mare che borbotta.

    Tra i banchi di scuola come un alunno,
    a settembre torna l’autunno.

    E l’inverno come un nonnetto,
    ci manda tutti presto a letto.
    Fa buio, fa freddo, ma c’è la neve,
    e questo lo rende una stagione lieve.

    Sono quattro come le pareti della mia stanza,
    le stagioni vestite d’organza.
    E la più bella sai qual è?
    Quella che sceglierò insieme a te!

    * * *

    " Le stagioni"
    (di R. Piumini)
    Prima viene Primavera
    con i fiori sulla pianta,
    poi Estate calda e chiara
    quando la cicala canta,
    poi Autunno bruno e quieto
    con castagne e foglie rosse,
    poi Inverno infreddolito
    con starnuti, gelo e tosse.

    * * *

    "Le stagioni, i mesi, le settimane, i giorni"
    (di Gioia Vanni)
    Ebbe la primavera coi bei fiori.
    Ebbe l'estate con i suoi colori.
    Ebbe l'autunno coi grappoli d'oro.
    Ebbe l'inverno, con il suo lavoro
    di trine e di merletti: erano i bianchi
    ghiaccioli e neve, a fiocchi lenti e stanchi.
    Fu un anno come gli altri, coi suoi mesi,
    con le stagioni e con le settimane:
    una fila di giorni che rimane
    nel ricordo di chi li ha bene spesi.

    * * *

    "I doni"
    (di Angelo Silvio Novaro)
    Primavera vien danzando,
    vien danzando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Ghirlandette di farfalle,
    campanelle di vilucchi,
    quali azzurre, quali gialli;
    e poi rose, a fasci e a mucchi.

    E l'estate vien cantando,
    vien cantando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un cestel di bionde pesche
    vellutate, appena tocche,
    e ciliegie lustre e fresche,
    ben divise a mazzi e a ciocche.

    Vien l'autunno sospirando,
    sospirando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Qualche bacca porporina,
    nidi vuoti, rame spoglie,
    e tre gocciole di brina,
    e un pugnel di morte foglie.

    E l'inverno vien tremando,
    vien tremando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un fastel d'aridi ciocchi,
    un fringuello irrigidito;
    e poi neve, neve a fiocchi
    e ghiacciuoli grossi un dito.

    La tua mamma vien ridendo.
    vien ridendo alla tua porta,
    sai tu dirmi che ti porta?
    Il suo vivo e rosso cuore,
    e lo colloca ai tuoi piedi,
    con in mezzo, ritto, un fiore:
    Ma tu dormi e non lo vedi...

    * * *

    "Le stagioni"
    La primavera è una stagione fiorita,
    cantano i bimbi agitando le dita.
    L'estate ci dona frutti saporiti,
    porta il caldo e divertimenti graditi.
    L'autunno le foglie fa cadere
    e tra gli alberi spogli tutto si può vedere.
    L'inverno è freddo e bianco di neve
    cappotti e guanti metter si deve.



    Edited by Millam - 21/3/2009, 03:45
     
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    Filastrocche e poesie sull'inverno

    "Inverno"
    (di Luisa)
    La neve che cade,
    fa bianche le strade
    le case ed i fossi,
    ma tre pettirossi
    già sono sul prato
    da poco imbiancato.











     
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    Filastrocche e poesie sulla primavera


    "Filastrocca di primavera"
    (di Gianni Rodari)
    Filastrocca di primavera
    più lungo è il giorno,
    più dolce la sera.
    Domani forse tra l'erbetta
    spunterà la prima violetta.
    Oh, prima viola, fresca e nuova,
    beato il primo che ti trova,
    il tuo profumo gli dirà:
    la primavera è giunta, è qua.
    Gli altri signori non lo sanno
    e ancora in inverno si crederanno:
    magari persone di riguardo,
    ma il loro calendario va in ritardo.

    * * *

    "Io sono la primavera"
    (di Renzo Pezzani)
    Lucciole belle, venite da me;
    son principessa, son figlia di re.
    Ho trecce d’oro filato fino,
    ho un usignolo che canta su un pino,
    una corona di nidi alle gronde,
    una cascata di glicini bionde,
    un rivo garrulo, limpido, fresco,
    fiori di mandorlo, fiori di pesco.
    Ho veste verde di vento cucita
    tutta di piccoli fiori fiorita;
    occhi di stelle nel viso sereno,
    dolce profumo di viole e di fieno
    e per il sonno dei bimbi tranquilli
    la ninna nanna felice dei grilli.

    * * *

    "Primavera"
    (di Anonimo finlandese)
    Ho visto la primavera.
    E' verde
    come una mela selvatica,
    è allegra
    come la coda di uno scoiattolo.
    Parla
    con le parole del vento.
    Sorride
    con il rosa delle rose.
    Quando credi che pianga
    è solo una goccia di pioggia.

    * * *

    "La Primavera"
    (di U. Betti)
    Quando il cielo ritorna sereno
    come l’occhio di una bambina
    la Primavera si sveglia.
    E cammina per le mormoranti foreste,
    sfiorando appena con la sua veste colore del sole
    i bei tappeti di borraccina.
    Ogni filo d’erba reca un diadema,
    ogni stilla trema.
    Qualche gemma sboccia un po' timorosa
    e porge la boccuccia colore di rosa
    per bere una goccia di rugiada…
    Nei casolari solitari
    i vecchi si fanno sulla soglia
    e guardano la terra che germoglia.

    * * *

    "Arriva la primavera!"
    Signor Inverno,
    non sei eterno:
    presto giunge Primavera!
    I ghiacci sono sciolti,
    i fiori son già molti,
    gli alberi tornano folti.
    Signor Inverno,
    non sei eterno,
    abbandona il tuo regno!
    Tutti gli uccelli
    con gioiosi trilli
    di maggio son segno!

    * * *

    "Il pesco fiorito"
    Or ora l'alba
    colorò di rosa
    il pesco
    in mezzo al prato,
    e il monte
    era di neve
    imbacuccato.
    Ma nel pollaio
    la gallina
    cantava: "Ohe ohe!»
    tutto d'un fiato.

    * * *

    "Piccola nuvola di primavera"
    Dopo l'acquata le nuvole, pronte,
    pigliano il volo, scavalcano il monte.
    Or con la gonna di velo sottile,
    la più pigra s'impiglia al campanile.

    "Lasciami, con codesta banderuola;
    mi strappi tutta! Son rimasta sola!".

    Ma il campanaro senza discrezione
    le risponde col campanone!
    Che sobbalzo, che sgomento!
    Per fortuna c'era il vento
    che con tutta galanteria
    la piglia e se la porta via.

    * * *




    Edited by Millam - 4/4/2009, 00:18
     
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