-
Millam.
- Group
L'Essenza
del Tempo
- Posts
- 10,470
- Location
- dalla spumeggiante Fantasia del Tempo...
- Status
- Anonymous
Filastrocche e poesie sul mese di giugno
"Giugno"
(di G.M. Noventa )
Eri più bello a primavera!
all'orto disse un dì la capinera.
Con quei fioretti tutti bianchi e rosa
sembravi il lieve velo di una sposa.
Risponde l'orto: - Ho cose nuove in pugno:
le mostrerò a giugno.
Un dì, all'alba, l'orto si destò;
di rosso le ciliege pitturò;
diede il colore giallo alle albicocche;
empì di dolci succhi avide bocche;
mise fiocchetti viola al prugno:
era arrivato giugno.* * *
"Giugno"
(di Bianchi e Giaroli)
I contadini sotto il sole di giugno
raccolgono i covoni di grano.
Il loro viso scuro riluce di gocce
di sudore, ma instancabili
continuano il lavoro.
Un uccellino, in un prato accanto,
si ferma un momento a guardare,
poi continua, in un lieto
cinguettio, a insegnare ai suoi
piccoli a volare.* * *
"Giugno"
(di C. Mazzoleni)
È bello giugno, col suo biondo grano,
coi limpidi suoi occhi cristallini!
Bello è giugno! Fiorito è il melograno,
cinguettano nell'aria i cardellini.
Le allodole nei campi son tornate,
mille rose profumano i giardini,
le prime pesche, acerbe vellutate
attirano gli sguardi dei bambini.
Il contadino, con la falce in pugno,
miete le bionde spighe, lietamente;
il caldo sole dell'aprico giugno
allevia la fatica, dolcemente.
Il contadino canta una canzone
ch'esce felice e garrula dal cuore;
poi pensa alla vicina fienagione
e un inno grato innalza al Creatore.* * *
"Lucciole"
(di Marino Moretti )
Vanno, vanno col loro
lumino mezzo verde,
come in soffio d'oro...
«Lucciola, lucciola, vien da me! ».
Oh, non aprire il pugno
per afferrarle... Guai!
Esse, bimbo, non sai?
son le fate di giugno...
«Lucciola, lucciola, vien da me! ».
Bimbo, che ne faresti
d'un lumino cosi
lieve? Immagino, si,
che me lo spegneresti...
«Lucciola, lucciola, vien da me! ».
Lucciole! Col lumino
loro, il lumino verde,
a qualcun che si perde
insegnano il cammino:
sono le nostre stelle,
le stelle della Terra,
o tu che ami la guerra,
fanciulletto ribelle.
«Lucciola, lucciola, vien da me! ».* * *
"Sole di giugno"
(di Renzo Pezzani)
Giugno! Un bel sole rotondo
promessa del pane d'oro
splende sul nostro lavoro,
la festa alla gente del mondo.
Colma la casa di tutti,
carità buona e fiorita,
porta sapore ai frutti,
l'ombra di là dalla vita.
Porta letizia ai bambini,
provvidenza alle bicocche,
I calabroni ai biancospini,
canti alle cune e alle rocce.
Porta miele agli alveari
incendia l'aureola dei santi,
beve nei fiumi e nei mari
con avide lingue fiammanti.
E muore ogni sera tra i monti,
felice del bene compiuto.
La terra gli scaglia un saluto
dall'arco degli orizzonti.* * *
"La canzone delle ciliegie"
(di R. Paccarie)
Il buon giugno ha maturato,
coi suoi raggi d'oro puro,
tutte rosse le ciliegie
tra il fogliame verde scuro.
Ora occhieggiano tra i rami
ed attirano invitanti
fanciulletti e fanciulline.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione e ciliegine.
Con un paio di bei frutti
io vi faccio gli orecchini,
scintillanti, rossi e belli,
come fossero rubini.
Bimbi belli, bimbe care,
dai capelli bruni e biondi:
siete ancora pia giocondi.
Rosse, nere, morettine,
ciliegione, ciliegine.* * *
"La canzoncina del mulino"
(di di Ugo Ghiron)
Quando, a giugno, biondeggiare
per i bei campi fiorenti
vedo il gran che lieto ai venti
freme e ondeggia come un mare,
nella mia felicità
dico in cuor: «Se non mi inganno,
grazie al cielo, anche quest'anno
il lavor non mancherà ».
Un timor solo mi punge:
il timor della tempesta.
Ma che gioia, ma che festa
quando il gran vedo che giunge!
Me lo portan di lontano,
dicon tutti: «Buon mulino,
trita, trita il nostro grano! ».
Ed io macino contento,
e la ruota gira e canta:
dalle pale l'acqua infranta
spuma e brilla come argento.* * *
"Giugno"
(di l. Spina)
Sul bosco già placida cala
la sera,
ma un'invisibile cicala
persiste a sgranare tenace,
nella dolcissima pace,
la sua tiritera.
E, mentre l'ombra s'estende
e qualche stella compare,
s'ostina a voler prolungare
quel ritornello di roche
parole
che mettono ancora nella notte
un poco si sole.* * *
"Canzone di Giugno"
(di Marino Moretti)
Stormiscono le fronde
nell'aria greve, e il sole
ride alle prataiole
ed alle biche bionde,
e rende tutto d'oro
il campo donde arriva
la canzone giuliva
nell'agreste lavoro.
Ecco è piena la spica
e la falce è nel pugno;
e il buon sole di giugno
rallegra la fatica.
E la canzone sale
dal campo del lavoro
e s'accompagna a un coro
stridulo di cicale:
e sale il canto anelo
da bocche pia lontane
lodando in terra il pane
ed il buon Padre in cielo.* * *
"Il grano"
(di Giovanni Papini)
Il grano nella sua biondezza antica,
ondante e secco, chiede mietitura,
ché in cima alla sua gracile statura
porge a ogni bimbo una rigonfia spiga.
Lo vagheggia la madre contadina
ritta nell'ombra corta d'un pagliaio:
quanto penare prima che il mugnaio
gliela riporti in morbida farina!
La cristiana alza gli occhi al sol feroce,
poi guarda i figli grondanti, il marito
gobbo nel solco e col suo nero dito
fa sopra il campo un gran segno di croce.* * *
"Si miete"
(di Renzo Pezzani)
Ricordi quel grano nel solco,
quel grano piccino così,
caduto di mano al bifolco
(che inverno) e di gel non morì?
Ricordi quel piccolo stelo
d'un verde lucente, che in campo
tremava d'un tuono, d'un lampo,
fidando soltanto nel cielo?
Ricordi la spiga ancor molle,
piegata sul gambo cresciuto?
Il giorno, bambino, è venuto
che l'uomo la tolga alle zolle.
Di giugno si miete. Ciascuno
raccolga nel campo, perchè,
un poco più bianco o più bruno,
ciascuno abbia un pane per sé.* * *
"Io sono giugno"
(di Anonimo)
Io sono giugno vestito di grano:
ne faccio biche, ne faccio covoni;
biondeggio sul colle e sul piano,
maturo fragole, pesche e lamponi.
Lucciole e grilli li fo ritornare;
io sono Giugno dal gran lavorare.* * *
"Cielo di giugno"
(di di Ada Negri)
Cielo di giugno, azzurra giovinezza
dell'anno; ed allegrezza
di rondini sfreccianti in folli giri
nell'aria. Ombre, ombre d'ali
vedo guizzar sul bianco arroventato
del muro in fronte: ombre a saetta, nere,
vive al mio sguardo più dell'ali vere.
Traggon dal nulla, scrivendo con nulla
parole d'un linguaggio
perduto; e le cancellano
ratte, fuggendo via fra raggio e raggio.* * *
"Il libro"
(di Renzo Pezzani)
Se pur costa dolore,
dobbiamo dirci addio.
lo conosco il tuo cuore,
tu hai scoperto il mio.
Insieme abbiam vissuto
ore calde e serene.
Ci siam voluti bene.
Tu intanto sei cresciuto,
ti sei fatto un ometto;
tu, bimba, una donnina.
lo, vecchio che cammina,
quel che sapevo, ho detto.
.