Filastrocche sull'anno nuovo e sui mesi dell'anno

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  1. Millam
     
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    Filastrocche e poesie sul mese di marzo


    "Marzo pazzerello"
    Ecco marzo pazzerello
    piedi nudi e giubberello
    ricci al vento e viso al sole.
    E' una gioia rivederlo
    e se, a tratti, si fa mesto
    pur si rasserena presto
    e fischietta come un merlo.

    * * *

    Filastrocca del vento di marzo
    (di L. Galli)
    Marzo, Marzo, che pazienza...
    te lo dico in confidenza...
    te lo debbo proprio dire:
    tieni in fren quel ragazzaccio
    quella birba di ventaccio.
    Hai cucito, notti e notti,
    sopra i peschi, fior per fiore
    eran tutti uno splendore
    egli adesso te li strappa,
    li volteggia, ride e scappa.
    Guarda i mandorli imbronciati:
    li ha spogliati
    tutti quanti.
    Guarda il cielo com'è scuro!
    L'hai spazzato tutt'un giorno
    con la scopa d'oro fino.
    Or non vedi che galoppo,
    quel tuo figlio stravagante,
    con le nubi tutte. quante,
    per guastare la tua festa?
    C'è da perdere la testa!

    * * *

    Marzo
    (di C. Bucci)
    Viene marzo pazzerello.
    A piedi nudi cammina sui prati.
    Empie d'acqua i fossati
    e al viandante rovescia l'ombrello.
    Porta il vento, porta il sole,
    schiude in fretta qualche fiore
    e sulle prode erbose
    sparge un acuto profumo di viole
    E' nell'aria, cammina
    con la pioggia e col vento,
    e chi lo vede si sente contento.

    * * *

    "Che dice la pioggerellina di marzo?"
    (di Angelo Silvio Novaro)
    Che dice la pioggerellina
    di marzo, che picchia argentina
    sui tegoli vecchi
    del tetto, sui bruscoli secchi
    dell'orto, sul fico e sul moro
    ornati di gèmmule d'oro?

    - Passata è l'uggiosa invernata,
    passata, passata!
    Di fuor dalla nuvola nera,
    di fuor dalla nuvola bigia
    che in cielo si pigia
    domani uscirà Primavera
    guarnita di gemme e di gale,
    di lucido sole,
    di fresche viole,
    di primule rosse, di battiti d'ale,
    di nidi,
    di gridi
    di rondini, ed anche
    di stelle di mandorlo, bianche... -

    Che dice la pioggerellina
    di marzo, che picchia argentina
    sui tegoli vecchi
    del tetto, sui bruscoli secchi
    dell'orto, sul fico e sul moro
    ornati di gèmmule d'oro?
    Ciò canta, ciò dice;
    e il cuor che l'ascolta è felice.

    Che dice la pioggerellina
    di marzo, che picchia argentina
    sui tegoli vecchi
    del tetto, sui bruscoli secchi
    dell’orto...

    * * *

    "Vento di marzo"
    (di R. Calleri)
    C'è un signore che va a spasso
    con la mazza e l'occhialino,
    lo accompagna passo passo
    Marzo allegro e birichino,
    che ad un tratto (oh, che monello!)
    manda in aria il suo cappello.
    Sciorinato li sull'aia
    vede un candido bucato;
    lo contempla la massaia
    con lo sguardo pia beato,
    ma di Marzo il venticello
    le fa un tiro da monello.
    l ragazzi, sulla piazza
    stan giocando in lieti crocchi;
    ad un tratto, infuria, impazza;
    han la polvere negli occhi:
    cos'è stato? È sempre quello,
    è di Marzo il venticello.
    Poveretta quella donna!
    non sa dove riparare:
    poveretta! La sua gonna
    è una vela in alto mare
    e, di Marzo, il venticello
    più che mai fa il pazzerello.
    Raggi d'oro e nuvolette
    cielo azzurro a pecorine,
    pruni in fiore, nuove erbette,
    bucanevi e pratoline;
    sole, pioggia e venticello:
    ecco Marzo pazzerello.

    * * *

    "Gioia di marzo"
    (di Renzo Pezzani)
    Fresca gioia, l'erba nasce
    così lustra e cosi breve
    dove il sol ruppe la neve
    e l'agnello se ne pasce.
    Anche l'acqua ch'era ghiaccio
    s'incammina dentro il fosso
    con un po' di cielo in dosso,
    mormorando: -Se ti piaccio,
    vieni a bermi cosi pura
    pria che tocchi la pianura.
    L'alberello di cotogno
    apre gli occhi e guarda il mondo
    e nel rivo vispo e fondo
    getta l'ultimo suo sogno;
    poi, toccato dal Signore,
    sui rametti più lontani,
    come dentro esili mani,
    posa un candido suo fiore
    cosi allegro che la gente
    dentro l'anima lo sente.

    * * *

    "Marzo"
    (di S. Di Giacomo)
    Marzo: nu poco chiove
    E n'ato ppoco stracqua;
    Torna a chiòvere, schiove,
    Ride 'o sole cu ll'acqua.
    Mo nu cielo celeste,
    Mo n'aria cupa e nera;
    Mo d'o vierno 'e tempeste,
    Mo n'aria 'e primmavera.
    N'auciello freddigliuso
    Aspetta ch'esce 'o sole:
    Ncopp'o tturreno nfuso
    Suspireno 'e vviole...

    * * *

    "Marzo bello"
    (di A. Beltramelli)
    Ecco ecco che è arrivato marzo bello!
    Le viole in mezzo al prato
    escono fuori con l'ombrello.
    Oh, bel marzo! Oh, marzicello!
    Ti salutano le viole,
    che si vestono modeste
    e stan sempre sole sole
    tra le fratte e le foreste.
    Forse un merlo poco saggio
    sogna già d'essere in maggio
    e si gela una zampina fra la brina.
    Ma la cincia nel suo nido
    ride e dice: «Non mi fido!
    Presto è ancor! La messaggiera bianca e nera
    non è già sotto la gronda,
    e chi ha freddo si nasconda:
    non è ancora primavera ».
    Chiotto chiotto le risponde un passerotto:
    «Tu sei saggia e veritiera!
    Marzo è bello,
    ma coi guanti e con l'ombrello,
    col soprabito e il cappello,
    poiché porta il vento e il fiore,
    e la pioggia e il raffreddore ».

    * * *

    "La siepe s'è desta"
    (di A. De Musset)
    Nei boschi, da sera a mattina,
    si schiudono fresche sorprese:
    leggero sui prati cammina
    Marzo, incantevole mese.
    È già non più sonnolento
    il rio, né risuona si dura
    la terra: nel tiepido vento
    già verzica la verzura.
    Ancora non c'è l'usignolo
    ricolmo di note e di trilli,
    ma lungo le prode e nel brolo
    già fremono e ciarlano i grilli.
    E, guarda, la siepe s'è desta
    coperta di fiori, odorosa:
    il pesco s'ammanta di festa
    schiudendo i suoi petali rosa.
    C'è pioggia, c'è vento, c'è sole:
    è marzo, ogni cosa ha un incanto;
    è marzo, che piange e non vuole,
    che mostra il sorriso tra il pianto.

    * * *

    "Giorno di marzo"
    (di Renzo Pezzani)
    Buona gente! Buona gente!
    aprite gli usci e le porte...
    Le cose non eran morte,
    dormivano solamente.
    Il vento della foresta,
    giovane lupo si desta.
    Fiuta ceppi, rapisce odori,
    scopre monti, lustra colori.
    Guizza il pesce nel torrente:
    buona gente! buona gente!
    Il sole di marzo attese,
    nel prato che tocca il paese,
    uscire i bimbi da scuola...
    Ma ora il tuono si sente
    nell'aria che sa di viola...
    Dolce la pioggia consola
    la sete dell'erba innocente.
    E mai più bel ciel si vide:
    un poco piange un poco ride;
    ride e piange per niente,
    buona gente! buona gente!
    Aprite le case e lasciate
    che un nuovo fiato le frughi.
    Sciogliete il bucato: lo gonfi
    il vento; il sole lo asciughi.
    Aprite dei fiori la serra.
    Risuonino i gravi tonfi
    del ferro che frange la terra...
    Aiutate la semente,
    buona gente! buona gente!

    * * *

    "Marzo, ti voglio bene"
    (di Autore incerto)
    Marzo, ti voglio bene.
    E sai perchè?
    Perchè sei birichino
    e, quasi quasi, rassomigli a me.
    Anche tu fai capricci:
    vieni col sole,
    con le primule belle
    e le odorose viole.
    Poi, ti rabbui, Marzo,
    e in un momento
    tu butti giù dal cielo
    e neve e pioggia e vento...
    Ma io ti voglio bene,
    perchè, fra un raggio d'oro
    e una nuvola nera,
    tu porti Primavera.

    * * *

    "Letterina"
    (di M. Sallucci)
    Caro Marzo,
    ci hanno detto che sei pazzo,
    ed è proprio vero!
    Perchè ci hai mandato
    ancora tanto, tanto freddo?
    Non ti eri accorto
    che i mandorli erano già fioriti,
    che il bosco cominciava a svegliarsi,
    che noi bimbi avevamo tanta voglia
    di uscire all'aperto a giocare?

    * * *

    "Marzo"
    (di E.P. Gorini)
    Marzo, che bel mantello
    ricamato di sole,
    ornato di viole,
    di lucidi ghiaccioli
    Marzo, che bel castello
    di petali, di gemme l
    E marzo, ridarello,
    i primi fiori getta
    sopra i gelidi broli,
    sul mandorlo e sul pesco,
    e poi, quasi pentito,
    solleva un vento fresco
    e gli adornati rami
    spoglia dei bei ricami.
    Poi se ne pente ancora
    e lancia, d'ora in ora,
    gemmule e verdi fronde
    sopra spinosi tralci
    ricurvi come falci.
    Ammassa nubi in cielo,
    e stende sulla terra,
    di fitta pioggia un velo.
    Poi, dal cestello, prende
    manciate di ghiaccioli
    e il primo verde copre
    col bianco della brina
    che riscintilla al sole
    della chiara mattina.

    * * *

    "Marzo"
    (di P. Ruocco)
    Ecco Marzo, il terzo mese,
    che, scrollando i folli ricci,
    un pò matto e un pò cortese
    fa le smorfie ed i capricci.
    Tutto nervi e argento vivo,
    muta umore ogni momento
    ed annunzia il proprio arrivo
    con la grandine e col vento.
    Fischia e morde, piange e ride,
    ed ingemma il colle e il prato
    mentre,ancora, il vento stride..
    Ma l'inverno è terminato,
    Quanta luce nel creato,
    dopo i tuoni e la bufera!
    marzo è il paggio scapigliato
    della dolce primavera.

    * * *

    "Immagini di Marzo"
    (di Saffo)
    E' tutta incoronata di fiori la terra,
    di fiori di ogni colore.
    Ceci d'oro crescevano
    lungo le spiagge del mare.

    * * *

    "Marzo bello"
    (di A Beltramelli)
    Piove ancora e ride il sole,
    la massaia fa il bucato
    sulla riva di un ruscello.
    Oh bel Marzo, marzicello!

    Ti salutan le viole
    che si veston modeste
    e stan sempre sole sole.
    Marzo bello!

    Già in un campo, un contadino,
    per noi canta uno stornello,
    è fiorito il biancospino
    che fa siepe a un campicello.

    * * *

    "Marzo"
    (di Cuman Pertile)
    O marzo, che i petali rosa
    dei fiori di pesco colori,
    o marzo, che a volte disserri
    i primi soavi tepori,
    e a volte ventoso e gelato
    tormenti le erbette del prato;
    O marzo non fare il cattivo,
    non rompere i rami' fioriti,
    i rami dei peri e dei meli,
    che poi daran frutti squisiti!
    E vi pianteranno i bambini
    il morso dei bianchi dentini.

    * * *

    "Marzo"
    (saggezza popolare)
    Gelo
    marzolino
    rattrista
    il contadino.

    * *
    Quando canta il merlo
    siamo fuori dall'inverno.

    * *
    Marzo sbirro
    e banderuola
    prende il verno
    per la gola.

    * *
    Marzo molle,
    gran per tre zolle.
    Marzo asciutto
    gran dappertutto.

    * * *

    "Il vento di marzo"
    E' il vento
    come un monello contento,
    che fa capriole
    tra l'erbe nuove,
    che va in altalena
    fischiando stornelli
    tra gli alberi verdi
    di primavera,
    che gioca alla guerra,
    prendendo d'assalto
    un intero paese.

    * * *

    "Marzo"
    Io sono Marzo che vengo col vento,
    col sole e l'acqua e nessuno contento;
    vo', pellegrino in digiuno e preghiera,
    cercando invano la Primavera.
    Di grandi Santi m'adorno e mi glorio:
    Tommaso il sette e poi il grande Gregorio;
    con Benedetto la rondin tornata
    saluta e canta la Santa Annunziata.

    * * *





    Edited by Millam - 21/3/2009, 05:09
     
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