Filastrocche sull'anno nuovo e sui mesi dell'anno

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  1. Millam
     
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    Filastrocche e poesie sui mesi dell'anno


    " Il giro tondo dei dodici fratelli"
    (di Diego Valeri)
    Giro tondo, giro tondo!
    Quanti sono? Una dozzina.
    La farandola mulina
    senza posa intorno al mondo.

    Quello lì che a stento arranca,
    tetro, livido, ingrugnato,
    striminzito, infagottato
    nella sua mantella bianca,

    è Gennaio, il primogenito
    della bella fratellanza;
    a ogni passo della danza,
    batte i denti e manda un gèmito.

    Tien per mano il più piccino
    della schiera e il più furbetto;
    Febbrarin carnevaletto,
    detto pure il ventottino.

    Lo vedete quanto è buffo
    nel vestito d'Arlecchino,
    lo vedete il birichino
    come ride sotto il ciuffo?

    Un sentore di viole...
    Ecco Marzo pazzerello,
    piedi nudi e giubberello
    ricci al vento e viso al Sole.

    E' una gioia rivederlo;
    e se a tratti si fa mesto,
    pur si rasserena presto,
    e fischietta come un merlo.

    Si trascina appresso un bimbo
    dolce, pallido, gentile:
    Pratolino, ovvero Aprile,
    che di foglie in capo ha un nimbo.

    Bello e caro quel biondino.
    Ma più bello e più lucente,
    ma più caro e più ridente,
    questo qui che gli è vicino.

    Maggio, eterno amar del mondo,
    per guardarti, per goderti,
    si vorrebbe trattenerti,
    arrestando il girotondo.

    Lascia almeno che odoriamo
    le tue rose inebrianti.
    Benedici tutti quanti
    con quel tuo fiorito ramo!

    Sei già andato! Ecco, al tuo posto,
    sopraggiungere i fratelli
    tuoi più simili, i gemelli
    buoni: Giugno, Luglio, Agosto.

    Nudi sono come l'aria,
    ma ciascun porta un suo fregio:
    l'uno un ramo di ciliegio
    che di frutti ondeggia e svaria;

    il secondo ghirlandette
    di papaveri fiammanti;
    spighe, il terzo, barbaglianti,
    in manipolo costrette.

    Bravi e validi figlioli,
    rosolati al solleone;
    saltan come in un trescone
    di gagliardi campagnoli.

    Ma quest'altro avviluppato
    dentro un nuvolo di veli
    azzurrini come i cieli,
    è un fanciullo delicato.

    E' Settembre, occhi di sogno,
    cuore di malinconia:
    spande intorno una malia
    che ha il profumo del cotogno...

    Malinconica non pare
    quella faccia rubiconda
    che vien dopo ed è gioconda
    la canzon ch'odo cantare:

    « Sangue chiaro e sangue fosco
    dà la vigna; e noi beviamo
    l'uno e l'altro, e salvi siamo! ».
    Matto Ottobre, ti conosco.

    Han, quei due che vengon ora,
    musi lunghi, brutta cera
    da ammalati, vesta nera:
    ci predicon la malora!

    Tien Novembre un ramo secco
    all'occhiello del gabbano,
    e Dicembre nella mano
    più non porta che uno stecco.

    Nei tasconi del lor saio
    recan freddo e amare pene...
    Ma vedete, ora chi viene!
    Di bel nuovo è qui Gennaio...

    Giro tondo, giro tondo,
    sono dodici ragazzi,
    buoni e tristi, savi e pazzi:
    e nel mezzo è il vecchio Mondo.

    * * *
    "Filastrocca dei dodici mesi"
    (di A. Silvio Novaro)
    Gennaio mette ai monti la parrucca,
    Febbraio grandi e piccoli imbacucca,
    Marzo libera il sol di prigionia,
    Aprile di bei colori gli orna la via,
    Maggio vive tra musiche d'uccelli,
    Giugno ama i frutti appesi ai ramoscelli,
    Luglio falcia le messi al solleone,
    Agosto avaro, ansando le ripone,
    Settembre i dolci grappoli arrubina,
    Ottobre di vendemmia empie la tina,
    Novembre ammucchia aride foglie a terra,
    Dicembre ammazza l'anno e lo sotterra.

    * * *

    "Che cosa ci porti"
    (di Renzo Ammannati)
    Gennaio: - Di neve bianche le farfalline.
    Febbraio: - Un gaio stuolo di mascherine.
    Marzo: - Sotto la gronda le rondinelle.
    Aprile: - Un pesco adorno di rosee stelle.
    Maggio: - Degli uccellini il lieto coro.
    Giugno: - Sul grano biondo, lucciole d'oro.
    Luglio: - Le dolci ore del tuo riposo.
    Agosto: - Il mar turchino, il bosco ombroso.
    Settembre: - Uva matura, d'oro e rubino.
    Ottobre: - Odor di mosto, spillar di vino.
    Novembre: - Di crisantemi le tombe infioro.
    Dicembre: - Il ceppo accendo di fiamme d'oro.

    * * *

    "I dodici mesi"
    (di Gianni Rodàri)
    Gennaio, gennaio,
    il primo giorno è il più gaio,
    è fatto solo di speranza:
    chi ne ha tanta, vive abbastanza.

    Febbraio viene a potare la vite
    con le dita intirizzite:
    è senza guanti ed ha i geloni
    e un buco negli zoccoloni.

    Marzo pazzo e cuorcontento
    si sveglia un mattino pieno di vento:
    la prima rondine arriva stasera
    con l'espresso della primavera.

    Aprile tosatore
    porta la lana al vecchio pastore,
    spoglia la pecora e l'agnello
    per farti un berretto ed un mantello.

    Maggio viene ardito e bello
    con un garofano all'occhiello,
    con tante bandiere nel cielo d'oro
    per la festa del lavoro.

    Giugno, invece, è falciatore;
    il fieno manda un dolce odore,
    in alto in alto l'allodola vola,
    il bidello chiude la scuola.

    Luglio miete il grano biondo,
    la mano è stanca, il cuore è giocondo.
    Canta il cuculo tra le foglie:
    c'è chi lavora e mai non raccoglie.

    Agosto batte il grano nell'aia,
    gonfia i sacchi, empie le staia:
    c'è tanta farina al mondo... perché
    un po' di pane per tutti non c'è?

    Settembre settembrino,
    matura l'uva e si fa il vino,
    matura l'uva moscatella:
    scolaro, prepara la cartella!

    Ottobre seminatore:
    in terra il seme sogna il fiore,
    sotterra il buio germoglio sa
    che il sole domani lo scalderà.

    Novembre legnaiolo
    va nei boschi solo solo,
    c'è l'ultima foglia a un albero in vetta
    e cade al primo colpo d'accetta.

    Vien dicembre lieve lieve,
    si fa la battaglia a palle di neve:
    il fantoccio crolla a terra
    e cosi cade chi vuole la guerra!

    * * *

    "I mesi dell'anno"
    (di O. Turchetti)
    Gennaio porta gelo e nevicate,
    Febbraio grandi balli e mascherate,
    Marzo vento e delicate viole,
    Aprile l'erba per le capriole,
    Maggio ci dà rose profumate,
    Giugno spighe secche e ben dorate,
    Luglio ha la trebbia e sempre gran lavoro,
    Agosto buona frutta e rami d'oro,
    Settembre mette l'uva giù nel tino,
    Ottobre cambia il mosto in un buon vino,
    Novembre butta giù tutte le foglie,
    Dicembre per il fuoco le raccoglie.

    * * *

    "I mesi"
    Gennaio porta il ceppo e la Befana,
    febbraio carnevale e tramontana,
    marzo le pratoline e le viole,
    aprile rondinelle e il dolce sole.

    Maggio salutan gli uccellini in coro,
    giugno ha tra il fieno lucciolette d'oro,
    luglio è biondo di grano al sole,
    agosto porta frutta dolci e buone.

    Settembre ha l'uva d'oro e di rubino,
    ottobre poi la pigia dentro il tino,
    novembre porta i fiori al camposanto,
    dicembre culla i semi sotto il manto.

    * * *

    I mesi dell'anno
    (di Francesca Castellino)
    Vien Gennaio zappatore
    e Febbraio potatore
    Marzo in groppa al vento arriva;
    nell'April s'orna la riva.

    Maggio ha rose e ciel sereno,
    Giugno ha frutti e spighe in seno:
    miete Luglio e dà calura,
    l'uva Agosto fa matura.

    Il Settembre ha i tini pieni,
    e l'Ottobre getta i semi;
    nudi i prati fa Novembre,
    poi col gelo, vien Dicembre.

    * * *

    I dodici mesi
    (di De Colò)
    Gennaio ci copre di neve.
    Febbraio è il mese più breve.
    Marzo s'avanza col vento;
    ed ecco, in April, fiori a cento.
    Maggio di canti risuona.
    Giugno le messi ci dona.
    In Luglio il grano è riposto.
    Al mar ce ne andiamo in Agosto.
    Settembre ci fa vendemmiare.
    Ottobre ci chiama a studiare.
    Un mese per chi non c'è più.
    Ma ecco, festoso, Dicembre,
    che porta il Bambino Gesù.

    * * *

    I mesi
    Ecco gennaio col manto di neve,
    passa febbraio, di tutti il più lieve:
    ulula marzo con pioggia e con vento
    sorride aprile felice e contento.
    Maggio odoroso riporta gli uccelli,
    giugno dipinge con mille pennelli,
    luglio fatica a segare le bionde
    spighe, arde agosto ed asciuga la fonte.
    Coglie settembre dal ramo i bei frutti,
    ottobre i grappoli pesta per tutti,
    suona novembre la triste campana
    dei morti. Ed ecco dicembre:
    lontana brilla una stella cometa, laggiù
    sopra la stalla ove è nato Gesù.

    * * *

    I mesi
    Dinanzi al camino si scalda Gennaio;
    in maschera, lieto, si veste Febbraio.
    E' Marzo bizzoso, ma buono di cuore;
    April tinge i prati di vario colore.

    E' Maggio di rose, di gigli adornato;
    sta Giugno a guardare le messi, beato.
    Van Luglio ed Agosto insieme a cercare
    il fresco dei monti, la gioia del mare.

    Settembre va a caccia, la frutta raccoglie;
    Ottobre va a scuola... e cadon le foglie...
    In casa si chiude annoiato Novembre,
    a Dio nel presepe s'inchina Dicembre.

    * * *

    Non tutti i mesi hanno gli stessi giorni
    Trenta giorni ha novembre
    con april giugno e settembre
    di ventotto ce n'è uno
    tutti gli altri ne han trentuno!

    * * *

    "I mesi dell'anno"
    Sai quali sono i mesi dell’anno?
    Questi bambini son bravi, lo sanno!
    Quello più freddo è certo gennaio,
    con la Befana giù dal camino.
    Corto, cortino arriva febbraio,
    con Pulcinella, Brighella e Arlecchino.
    La primavera s’affaccia con marzo,
    che come mese viene per terzo
    (non ho trovato la rima: che scarso!).
    Si apre la stalla, si apre il fienile,
    si aprono i fiori: siamo in aprile.
    Forza e coraggio, non ho finito:
    adesso c’è maggio, il mese fiorito.
    Sono sveglio oppure sogno?
    Finalmente si va al mare,
    posso pure fare il bagno
    e con la barca andare a pescare.
    È arrivato adesso giugno.
    Siamo in estate, spogliati è meglio,
    fa tanto caldo che si va arrosto;
    posso dormire, tardi mi sveglio:
    sono arrivati luglio ed agosto.
    Ora torniamo dalle montagne
    e con settembre riapre la scuola.
    Ecco l’autunno con le castagne:
    è ottobre e al caldo la rondine vola.
    Le foglie cadono rosse a novembre
    E quando cadono triste vi sembro;
    ma con l’inverno giunge dicembre.
    Fiocca la neve sul pino e sul gembro.

    * * *

    "E' arrivato un treno carico di..."
    (di Gianni Rodari)
    Nella notte di Capodanno,
    quando tutti a nanna vanno,
    è in arrivo sul primo binario
    un direttissimo straordinario,
    composto di dodici vagoni,
    tutti carichi di doni…

    Sul primo vagone, sola soletta,
    c’è una simpatica vecchietta.
    Deve amar molto la pulizia,
    perchè una scopa le fa compagnia…
    Dalla sua gerla spunta il piedino
    di una bambola o di un burattino.
    “Ho tanti nipoti”, borbotta, “ma tanti!
    e se volete sapere quanti,
    contate tutte le calze di lana
    che aspettano il dono della Befana.”

    Secondo vagone, che confusione!
    Carnevale fa il pazzerellone:
    c’è Arlecchino, c’è Colombina,
    c’è Pierrot con la damina,
    e accanto alle maschere d’una volta
    galoppano indiani a briglia sciolta,
    sceriffi sparano caramelle,
    astronauti lanciano stelle
    filanti, e sognano a fumetti
    come gli eroi dei loro giornaletti.

    Sul terzo vagone
    viaggia la primavera
    col vento marzolino.
    Gocce ridono e piangono
    sui vetri del finestrino.
    Una rondine vola,
    profuma una viola…
    tutta roba per la campagna.
    In città, tra il cemento,
    profumano soltanto
    i tubi di scappamento.

    Il quarto vagone è riservato
    a un pasticcere rinomato
    che prepara, per la Pasqua,
    le uova di cioccolato.
    Al posto del pulcino c’è la sorpresa.
    campane di zucchero
    suoneranno a distesa.

    Un carico giocondo
    riempie il quinto vagone:
    tutti i fiori del mondo,
    tutti i canti di maggio…
    buon viaggio! buon viaggio!

    Giugno, la falce in pugno!
    Ma sul sesto vagone
    io non vedo soltanto
    le messi ricche e buone…
    vedo anche le pagelle:
    un po’ brutte, un po’ belle,
    un po’ gulp, un po’ squash!
    Ah, che brutta invenzione,
    amici miei,
    quei cinque numeri prima del sei.

    Il settimo vagone
    è tutto sole e mare:
    affrettatevi a montare!
    Non ci sono sedili, ma ombrelloni.
    Ci si tuffa dai finestrini
    meglio che dai trampolini.
    C’è tutto l’Adriatico,
    c’è tutto il Tirreno:
    non ci sono tutti i bambini…
    Ecco perchè il vagone non è pieno.

    Sull’ottavo vagone
    ci sono le città:
    saranno regalate
    a chi resta in città
    tutta l’estate.
    Avrà le strade a sua disposizione:
    correrà, svolterà, parcheggerà
    da padrone.
    A destra e a sinistra
    sorpasserà se stesso…
    ma di sera sarà triste lo stesso.

    Osservate sul nono vagone
    gli esami di riparazione.
    Severi, solenni come becchini…
    e se la pigliano con i bambini!
    Perchè qualche volta, per cambiare,
    non sono i grandi a riparare?

    Sul decimo vagone
    ci sono tanti banchi,
    c’è una lavagna nera
    e dei gessetti bianchi.
    Dai vetri spalancati
    il mondo intero può entrare:
    e’ un ottimo maestro
    per chi lo sa ascoltare.

    Sull’undicesimo vagone
    c’è un buon odore di castagne,
    paesi grigi, grigie campagne
    già rassegnate al primo nebbione,
    e buoni libri da leggere a sera
    dopo aver spento la televisione.

    Ed ecco l’ultimo vagone,
    è fatto tutto di panettone,
    ha i cuscini di cedro candito
    e le porte di torrone.
    Appena in stazione sarà mangiato
    di buon umore e di buon appetito.
    Mangeremo anche la panca
    su cui siede a sonnecchiare
    Babbo Natale con la barba bianca.



    Edited by Millam - 21/3/2009, 04:14
     
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