Un giorno di dicembre

il Tempo perduto di Gianluca

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    "Un giorno di dicembre: il Tempo perduto di Gianluca" di Millam

    Domenica scorsa, il 16 novembre 2008, su RAI 1 è andato in onda il film-tv intitolato "In nome del figlio".
    Non sapevo di cosa si trattasse, ma ho capito subito che quella sera avrei vissuto delle forti emozioni: lo abbiamo percepito tutti, in famiglia.
    Diversamente da ciò che sono solite fare molte persone, forse la maggioranza, per una mia scelta ben precisa, non mi incammino mai in sentieri pianeggianti solo per evitarmi una salita ripida: chissà perché, il cuore o la testa, mi conducono sempre nella direzione meno scontata, meno facile, soprattutto meno comoda...
    Tra l'altro, essendo una persona piuttosto sensibile, ed avendo avuto qualche esperienza che ha lasciato cicatrici indelebili nella mia anima, spesso mi ritrovo ad affrontare delle difficoltà, e magari a soffrire, in nome di una Giustizia fatta di sentimenti e di ansia, ma anche di senso del dovere, di coerenza, di razionalità.
    Per questi motivi domenica ho sentito che dovevo guardare quel film. Anche a costo di piangere.

    Ed infatti ho pianto, ho perfino singhiozzato.
    Perché la storia di Gianluca e dei suoi genitori ha toccato le corde più sensibili del mio cuore...: quelle di figlia che ha sofferto per suo padre in coma, e quelle di madre, che si immedesima in quella madre, Gerarda, meravigliosa nella sua tenacia, nella sua fiduciosa fede nel "miracolo dell'amore". "In nome del Figlio"...


    * * *



    "In nome del figlio" dal blog di Gianluca Sciortino

    Gianluca Sciortino nasce il 12 gennaio 1982 a Roma e, fino all’età di quasi undici anni, vive la vita di tutti i bambini della sua età: va a scuola, con ottimo profitto; pratica lo sport del calcio sognando, come tutti i compagni di squadra, di diventare, un giorno, un calciatore famoso, e, ogni volta che può, segue il padre Pino, impresario teatrale e produttore artistico, sul lavoro, respirando, così, musica fin dalla tenera età.
    La musica accompagna tutta la sua infanzia, fissando nella sua mente e nel suo cuore tutti i momenti più belli e spensierati di quei dieci anni di vita che lui, in seguito, definirà “i miei anni felici”.

    Il 9 novembre 1992, in seguito ad una gravissima emorragia cerebrale, Gianluca cade in coma profondo e resta in questo stato per quarantuno giorni.
    Fin dal primo giorno il bollettino medico è implacabile: “mancanza di vigilanza e di contenuti di coscienza”.
    Più il tempo passa, più la speranza di un suo risveglio diminuisce, soprattutto per la medicina; la madre, però, continua a sperare e a registrare su nastri tutte le voci a lui care, tutti i rumori a lui familiari, tutto ciò che fa parte della sua vita quotidiana, e glieli fa ascoltare, convinta che quegli stimoli siano come un faro sonoro verso cui il figlio si deve dirigere per uscire dal buio che lo circonda.
    Pochi giorni prima di Natale, per caso, inserisce nel mangianastri una cassetta di Antonello Venditti e, sulle prime note del ritornello della canzone “Dimmelo tu cos’è”, Gianluca, inaspettatamente, ne canta una parte.
    Il fatto è eclatante: stampa e televisione parlano di “miracolo” della musica, di “miracolo dell’amore”, visto che Gianluca, grazie al lavoro del padre che aveva da poco concluso una tournée dell’artista, aveva passato molto tempo insieme a Venditti, imparando ad amarlo sia come artista che come uomo.

    Gli anni che seguono, per Gianluca sono anni di lavoro intenso, per recuperare se stesso e, soprattutto, la sua qualità di vita che, data la gravità dell’emorragia e del lungo coma, era stata fortemente compromessa.
    Pur essendo ancora un bambino, impara a vivere di nostalgia e, sempre più spesso, per allontanare la paura di non riuscire a riappropriarsi della propria vita, per liberarsi dell’angoscia di una vita fatta solo di doveri, e per non sentire il dolore causato dalle numerose terapie mirate al suo recupero, si rifugia sempre di più nell’ascolto di brani che gli riportano i momenti felici del suo passato e, alla ricerca di questi, ascolta anche musica a lui contemporanea.
    Se in un primo momento questa gli serve per dimenticare il presente, col passare del tempo scopre che essa è capace di fargli immaginare un futuro migliore.
    Alle note lega dei pensieri, i pensieri diventano frasi e, alla fine, diventano testi di canzoni che gli danno la forza per continuare a lottare.

    Oggi Gianluca, dopo anni di riabilitazione, ha una buona qualità di vita: ha preso il diploma di liceo scientifico presso un’ottima scuola statale; continua la sua riabilitazione fisica, con la speranza di un recupero totale; studia musica e scrive canzoni.

    La musica, unita alla buona medicina, fece il miracolo di riportarlo in vita.
    E la musica, giorno dopo giorno, gli dà la voglia di vivere.

    L’interesse della stampa e della televisione verso l’evolversi in positivo della sua storia lo ha sempre sostenuto ed incoraggiato, perché non l’ha mai fatto sentire solo nella lotta.
    Ha partecipato a molti programmi: "Medicina 33", "Elisir", "Porta a Porta", "Domenica In", "La vita in diretta", "Misteri", "I fatti vostri", "Medicine a confronto" e molti altri.
    La sua partecipazione a queste trasmissioni ha portato tanta gente, che vive questo tipo di problema, a rivolgersi a lui e alla sua famiglia per avere informazioni, aiuto e speranza, per cercare di uscire non solo dal buio del coma, ma, soprattutto, dal buio della carenza, che va dalla semplice disinformazione a quella dell’insufficienza delle strutture idonee alla riabilitazione, con conseguente mancanza di terapie immediate, costanti e mirate al recupero.

    Gianluca, insieme alla sua famiglia, nel suo piccolo, è riuscito ad aiutare molti di quelli che lo hanno contattato e, cercando di fare di più, ha fondato anche un’associazione, “Rivivere”, mettendo a disposizione tutta l’esperienza che, suo malgrado, ha dovuto fare.

    Ultimamente, com'è noto, Gianluca si è dedicato alla musica, cercando, anche attraverso questa, di continuare a dare un messaggio di speranza; non si sente un cantante, ma un cantautore e, attraverso le sue canzoni, sogna di arrivare al cuore di tanta gente che lo ha sostenuto ed amato, e poter dire loro che dalle difficoltà, dalle tragedie ed anche dalle semplici angosce, si può e si deve uscire.
    Scrive canzoni insieme al suo grande amico, nonchè collaboratore e coautore, Enrico Grazzi, nelle quali tocca tematiche riguardanti interessi, problemi ed aspirazioni dei ragazzi della sua età, anche se arricchite di esperienze personali che, molte volte, gli fanno mettere in evidenza l’importanza di cose che per altri sono scontate, ma che per lui, che ha dovuto lottare in modo quasi disumano per riconquistarle, sono di estrema importanza e che gli fanno guardare la vita con una prospettiva diversa.

    La scrittura e la musica, quest'ultima sia a livello di ascolto che compositivo, che inizialmente per lui fin dall'età adolescenziale avevano sempre semplicemente rappresentato una sorta di sfogo interiore della propria personalità, e di evasione, almeno mentale se non oggettiva, dal buio della solitudine interiore, ora sono diventate una vera e propria attività a livello professionale, che svolge a tempo pieno.
    Nel 2007 ha pubblicato un libro dal titolo "Un giorno di Dicembre", distribuito da Luigi Pellegrini Editore, di carattere prettamente autobiografico.
    Il titolo di questo libro è omonimo a quello del suo album di esordio, sul quale sta tuttora lavorando presso lo studio di registrazione "Synfonica Records", ad Afragola (NA).
    Tutto questo in concomitanza all'uscita di un film TV per Raiuno, sulla storia della propria vita: "In nome del figlio", con la regia a cura di Alberto Simone e la sceneggiatura operata da Fabrizio Bettelli, la cui messa in onda è per domenica 16 novembre 2008, alle ore 21,30.
    E' inoltre in circolo il suo videoclip di esordio, della canzone "Un giorno di Dicembre", su varie emittenti musicali e su youtube, di cui è in corso la promozione, che precede l'uscita del cd, la cui produzione artistica sarà effettuata da "Pino Sciortino Management".


    Fonte (anche per ulteriori informazioni): MySpace.com - Gianluca Sciortino



    Edited by Millam - 18/11/2008, 23:52
     
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    Guardate il video :)

    Gianluca Sciortino - Un giorno di Dicembre



    Edited by Millam - 26/1/2009, 18:06
     
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  3. Rhaeven
     
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    Tutta questa storia è molto toccante, però... non sarà che questo Gianluca ha approfittato della situazione che ha passato per diventare famoso?
    Magari ho capito male io, ma se è così, è parecchio triste la cosa.
     
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    Non hai visto il film, vero Rhaeven?
    Certamente non conosco Gianluca di persona e non l'ho sentito parlare se non attraverso le battute del copione e l'interpretazione dell'attore del film, per cui non posso esprimermi con assoluta certezza riguardo le sue vere e personali intenzioni.
    Quello che, però, penso e mi sento di risponderti, è che credo alla sua buona fede e all'iniziale e prioritario fine psicoterapeutico associato alla musica e al canto.
    Semmai, posso nutrire qualche perplessità su chi, genitori a parte, gli è vicino e, pur se aiutandolo, trae beneficio dalla pubblicità che viene fatta di una esperienza così difficile e dolorosa, malgrado il "lieto fine".
    Non dimentichiamo che Gianluca subisce ancora le conseguenze di quel coma...
    Credimi, Rhaeven, non se ne esce mai del tutto: né chi ne è colpito in prima persona né chi gli è stato (durante) e gli è rimasto (poi) accanto, affettivamente e fisicamente...

    Quando il dolore e la vita ci segnano profondamente, nell'anima come nel corpo, si sente la necessità di trovare un motivo valido per continuare a vivere, o per ricominciare a vivere...
    Se anche le cose stessero come sospetti tu, caro Rhaeven, credo che il giudizio di chi osserva e riflette dall'esterno non possa e non debba che essere positivo: Gianluca è tornato a vivere e, malgrado tutto, trova ogni giorno la forza per affrontare le innumerevoli difficoltà che ancora fanno parte della sua esistenza.
    E questo grazie alla musica.
     
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  5. Rhaeven
     
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    Non metto in dubbio tutto ciò, ma il fatto di farsi tutta questa pubblicità... non so, non mi convince molto.
    Apparizioni in TV, film, libri... questo ragazzo non è l'unico che è uscito dal coma grazie alla musica (o anche ascoltando voci di persone care).

    E comunque c'è una differenza abissale tra il tornare a vivere e il vendersi ai mass media...

    Chiariamoci, non sto accusando Gianluca di lucrare sulle proprie disgrazie, però... la possibilità ancora non la escludo.
     
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    CITAZIONE (Rhaeven @ 25/11/2008, 19:07)
    .....
    il fatto di farsi tutta questa pubblicità... non so, non mi convince molto.

    E comunque c'è una differenza abissale tra il tornare a vivere e il vendersi ai mass media...

    Chiariamoci, non sto accusando Gianluca di lucrare sulle proprie disgrazie, però... la possibilità ancora non la escludo.

    CITAZIONE (Millam @ 25/11/2008, 18:27)
    ....
    credo alla sua buona fede e all'iniziale e prioritario fine psicoterapeutico associato alla musica e al canto.
    Semmai, posso nutrire qualche perplessità su chi, genitori a parte, gli è vicino e, pur se aiutandolo, trae beneficio dalla pubblicità che viene fatta di una esperienza così difficile e dolorosa, malgrado il "lieto fine".

    Inoltre, non è trascurabile che il padre di Gianluca è
    CITAZIONE
    impresario teatrale e produttore artistico

    Leggi fra le righe, Rhaeven: l'amore di un padre per il figlio può fare miracoli...

     
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  7. Rhaeven
     
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    Se vogliamo chiamarli "miracoli"... :)
     
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    Non mi va di essere più esplicita in questa sede: ti scriverò un MP per spiegarti cosa intendo con "leggere fra le righe"...

    Comunque, anche se con un'accezione diversa, anche io avrei dovuto scrivere "miracoli" (fra virgolette).

     
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  9. Rhaeven
     
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    ... MP che probabilmente leggerò domani, vista l'ora. E comunque credo proprio di aver capito cosa intendi, se è quello che intendo anch'io...
     
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    Oggi, la rubrica "Indignato speciale" del TG5 ha presentato la storia di Gianluca Sciortino come un esempio di "miracolo dell'amore per la vita".
    La triste vicenda di Eluana Englaro, che in queste ore potrebbe essere prossima alla sua conclusione, anche se, certamente, solo dal punto di vista fisico, ha riportato alla luce il diverso esito del dramma di Gianluca, risvegliatosi dal coma dopo quarantuno giorni, quando era bambino.
    Ma le differenze tra le due storie non sono trascurabili...
    Forse, in questo momento, ognuno di noi dovrebbe fare un passo indietro, e tacere, nel rispetto di chi vive queste situazioni da protagonista e non da semplice spettatore.
    O, peggio ancora, da critico.
    Quando siamo tentati dall'esprimere giudizi e sentenze, dovremmo ricordare che la nostra percezione del dolore altrui, per quanto forte, non è minimamente paragonabile a quella delle persone direttamente coinvolte.
    E le ideologie, i moralismi, i credo, politici e religiosi, sono parole che pronunciamo con la lucidità di chi osserva da lontano...
     
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  11. piccolettina
     
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    oggi Gianluca è stato ospite a Festa Italiana...
     
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  12. pulsar.f64
     
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    Queste storie toccanti, questi discorsi di dolore e speranza, mi hanno riportato alla mente una cosa che scrissi un po' di tempo fa.
    Avevo letto nel sito del Corriere della Sera che era deceduto nel Connecticut, all’età di 82 anni, Henry Gustav Molaison. Era conosciuto dai neurologi di tutto il mondo, ma solo con le sue iniziali.
    «H.M.» è infatti considerato il più importante paziente della storia della neurologia.
    Cito testualmente: "Henry sapeva come si chiamava, sapeva che la sua famiglia veniva dalla zona di Los Angeles, era al corrente del crack del 1929 e della Seconda Guerra Mondiale. Ma dal 1953, per ben 55 anni, ha vissuto ogni giorno come fosse «nuovo», perchè da allora non è stato più in grado di costruire memorie recenti e di accumulare esperienze."



    Sapessi che pena, mamma. Sono vecchio e non so perché, non so da quando.
    Ieri sono caduto dalla bicicletta, mi hanno detto.
    Ho sbattuto la testa, mi hanno detto.
    Ho ventisette anni ma ne dimostro molti di più. Ottanta, mi hanno detto.
    Ottanta? Non diranno sul serio, vero? Ottanta non li hai nemmeno tu.
    Dove ho messo tutti gli anni? Non capisco.
    Che fine hanno fatto le mie gioie, le mie speranze?
    Le mie foto. I fiori che avrei voluto regalare.
    Non mi è stato nemmeno concesso il beneficio della nostalgia, ma soltanto la sua ombra, la malinconia.

    Come ho fatto ad arrivare fin qui? Mi è stata rubata anche la paura.
    Stanotte la mia vita ha subito uno strappo. Sarei anche disposto a piangere, se sapessi per cosa.
    Oggi un medico mi ha detto che questa è casa mia. Una casa enorme, piena di sconosciuti. Tanti vecchi. Io qui non ci ho mai vissuto. Ho cercato di dirlo al medico. Lui non mi ha dato ascolto ed è andato via perché ha sentito un suono provenire dalla sua giacca, si è messo un auricolare e ha cominciato a parlare da solo con un filo. Penso che sia matto.
    Stamattina mi hanno presentato un sacco di gente nuova. Qualcuno mi ha portato dei vestiti perché non ricordo più dove ho conservato i miei. Sono vestiti adatti a una persona anziana. Ma io ho 27 anni. Sono un vecchio di 27 anni.
    Vorrei tanto che qualcuno mi portasse anche dei ricordi. Ho bisogno di sapere perché. Perché lo specchio non restituisce più la mia faccia. Perché i miei capelli sono già tutti bianchi. Perché la mia mano trema un po’.
    Avrei voluto parlarne con Maggie. Ho provato a chiamarla, ma al suo numero risponde un’altra persona che dice di non conoscere nessuna Maggie.
    Ho cercato di spiegare che è la donna che ho sempre amato. Oggi ho deciso di dirglielo prima che sia troppo tardi. Non mi hanno dato retta. Nessuno ha mai sentito parlare di Maggie.
    Dopo pranzo sono andato al negozio di zio Donald. Non c’è più. Al suo posto ho trovato una rivendita di quadri di metallo con i ritratti parlanti. Anche zio Donald non c’è più.

    E dire che ieri era tutto diverso. Ogni cosa al suo posto.
    Oggi invece il tempo fa di me ciò che vuole. Sfregia il mio viso.
    Non ho più molta voglia di cercare di capire il futuro.
    Non se mi comprerò un’altra bicicletta.
    Adesso davvero non reggo il peso delle ciglia spelacchiate.
    Adesso mi sento proprio stanco.

    Fin qui la storia di H.M..
    Ma quante storie parallele conosciamo?
    Quanti H.M., ma con un finale diverso?
    E quanti invece avrebbero voluto perdere la memoria, ma da lei sono stati sopraffatti?
    I sopravvissuti ai campi di concentramento.
    Le povere vittime degli orchi.
    I tanti fiori del male oscuro.

    Uno di essi è stato certamente Luca Flores, pianista e compositore.
    Luca avrebbe desiderato che la sua mente si aprisse e lasciasse scappare per sempre gli incubi che erano rimasti imprigionati al suo interno. Ma non fu così.
    39 anni segnati da troppi sensi di colpa gli parvero un peso non più sostenibile.
    Era il 1995. Incise questo brano, “How far can you fly“, fece pervenire la cassetta al padre con una lettera d’addio e salutò per sempre i suoi incubi.
    Aprì le ali e ci lasciò il suo talento. Un’onda più forte delle altre aveva distrutto il suo futuro di sabbia.
    Avrebbe voluto dimenticare, Luca. Dimenticare di non aver visto la madre invecchiare. Dimenticare di convivere con il rimorso di averne provocato la morte. O di esserne soltanto convinto.
    Dimenticare di non essere riuscito a impedire a Chet Baker di fare l'ultimo volo. Dimenticare, dimenticare.
    E invece Luca ricordava tutto. Un dolore così forte da impazzire. O da morire.


    Le immagini del video sono tratte dal film "Piano, solo" con Kim Rossi Stuart nel ruolo di Luca Flores.
     
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  13. GianlucaSciortino
     
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    CITAZIONE (Millam @ 25/11/2008, 22:18)
    Non mi va di essere più esplicita in questa sede: ti scriverò un MP per spiegarti cosa intendo con "leggere fra le righe"...

    Comunque, anche se con un'accezione diversa, anche io avrei dovuto scrivere "miracoli" (fra virgolette).

    In merito a tutti i post precedenti, rispondo con poche parole, ma concise:

    Ragazzi,
    non c'è niente di più legittimo, per chi è stato salvato dalla musica, è cresciuto con la musica, attraverso ricerche, studi, etc. ed è arrivato ad amare la stessa, che fare leva su una propria storia e non su una altrui (autentica e tra l'altro per l'appunto legata alla musica), per trarre qualcosa di positivo per sè e per gli altri anche da una vicenda inizialmente tragica.

    Piuttosto condannate chi, venendo dal nulla, senza curriculum nè gavetta, fa leva e lucra su programmi trash attuali di cui non faccio il nome, e lo fa per emergere pur non avendo estremi artistici, e addirittura hanno sul piatto d'argento la vittoria di questi ultimi festival pur non avendo un minimo di conoscenza di base di musica, ma solo per determinate imposizioni di chi ha potere.
    Per quanto concerne l'amore di un padre che può fare "miracoli", rispondo che alla fine, data da un padre, o chicchessia del campo, l'opportunità a un artista di esprimersi in merito, attraverso la musica, è l'opinione pubblica che premia il valore artistico di un personaggio, se questo valore c'è. E poi, che sia stata unica o no, questa storia di risveglio dal coma, chi se ne frega. E' comunque una storia, una testimonianza di vita e di princìpi umani che invita alla riflessione ad esempio per l'incoscienza di tanti ragazzi di oggi che hanno dalla natura il dono della buona salute e la buttano attraverso l'uso e abuso di stupefacenti, droghe, anfetamine, ecstasy e via dicendo.
     
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  14. GianlucaSciortino
     
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    [QUOTE=Rhaeven,25/11/2008, 18:26
    Tutta questa storia è molto toccante, però... non sarà che questo Gianluca ha approfittato della situazione che ha passato per diventare famoso?
    Magari ho capito male io, ma se è così, è parecchio triste la cosa.



    Rispondo:
    Prima di tutto la fama (inizialmente involontaria peraltro) arrivò fin dal 1992 ed è sempre perdurata fino anche ai giorni odierni. Quindi è totalmente inopportuno parlare di "voler diventare famoso" se già lo si è ritrovati, diventati involontariamente da quasi vent'anni prima.

    E poi dici che la cosa è parecchio triste?

    E allora non è triste che la Minnetti abbia approfittato del fatto di essere cieca per farsi regalare la vittoria (dettata dalla compassione, dalla pena) nel sanremo 1998? O, ancor prima, Aleandro Baldi nel 1992 per lo stesso motivo? O quel tale Carta di Amici a cui hanno fatto vincere sanremo anni fa pur senza avere estremi artistici nè competenze in merito, dopo essere andato a piangere del fatto di essere orfano dei genitori? o Emma Marrone che è andata a dire - ho vinto il cancro e ho vinto sanremo -: quest'ultima, per aver vinto il cancro, di "culo" ne ha avuto tanto", mentre per "entrare" a sanremo e poi vincere, "l'avrà dato".

    Piuttosto sono queste altre delle COSE DRAMMATICHE E TRISTI.


    Edited by GianlucaSciortino - 16/10/2012, 17:08
     
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  15. GianlucaSciortino
     
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    CITAZIONE (Rhaeven @ 25/11/2008, 19:07) 
    Non metto in dubbio tutto ciò, ma il fatto di farsi tutta questa pubblicità... non so, non mi convince molto.
    Apparizioni in TV, film, libri... questo ragazzo non è l'unico che è uscito dal coma grazie alla musica (o anche ascoltando voci di persone care).

    E comunque c'è una differenza abissale tra il tornare a vivere e il vendersi ai mass media...

    Chiariamoci, non sto accusando Gianluca di lucrare sulle proprie disgrazie, però... la possibilità ancora non la escludo.

    O.K. non sarò stato l'unico a risvegliarmi dal coma in generale!

    MA SONO UNO DEI POCHI CASI AL MONDO, SE NON L'UNICO, CHE SI è RISVEGLIATO DA UN COMA CHE MI AVEVANO DIAGNOSTICATO IRREVERSIBILE, E CHE OLTRETUTTO HA RIPRESO QUASI AL 100% (E PER ARRIVARCI CI SONO VOLUTI "I CASH" E LE PALLE D'ACCIAIO. ME LA SONO RISCHIATA, CARO) E CHE OGGIGIORNO DA OLTRE DIECI ANNI SVOLGE UN'ONORATA ATTIVITà DI ARTISTA, IN QUANTO FACCIO IL CANTAUTORE.

    PERCIò PRIMA DI DARE ARIA ALLE TROMBE E DI ACCOMUNARMI ALLA MASSA, BADA BENE A CIò CHE DICI.

    CIAO.
     
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