Costa Concordia: una tragedia per gioco. Decadenza e rivoluzione copernicana

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  1. Millam
     
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    Notizie e aggiornamenti si susseguono in rete, in tv, alla radio, sulla carta stampata. Non starò quindi a riportare articoli giornalistici, tanto siamo tutti al corrente di quanto si è verificato venerdì sera a poche centinaia di metri dalla costa dell'Isola del Giglio.
    Oltre al cordoglio per le vittime - quali e quante esse siano - e la vicinanza emotiva nei confronti di tutti coloro che si sono ritrovati coinvolti loro malgrado in questo disastro, sento preponderante in me uno stato d'animo che penso accomuni sempre più persone: l'indignazione e il disgusto suscitati dall'ascolto della registrazione di una telefonata, quella intercorsa fra il Comandante della Guardia costiera di Livorno ed uno squallido individuo che fino a tre giorni fa sarebbe dovuto essere per definizione il punto di riferimento supremo di tutti coloro che mettevano piede su quella nave: il suo Comandante.



    Indigna il pensiero di migliaia di persone affidate ad un simile incapace. E ripugna la constatazione della sua vigliaccheria e del suo egoismo.
    Se poi si accredita l'ipotesi di una tragedia per gioco...

    CITAZIONE
    È così anche sui veri motivi della folle manovra di avvicinamento fatta dal comandante Schettino e dai suoi ufficiali.
    «Tutto questo per un favore» dicevano le donne sulla panchina il mattino dopo il naufragio.
    Adesso si capisce cosa intendevano con quella frase. La Procura è arrivata in fretta alle loro stesse conclusioni. Non è stato neppure un gesto di riguardo per i passeggeri, loro non c'entravano nulla, dagli altoparlanti non è uscito un solo annuncio sul Giglio. È stato un gesto autoreferenziale, l'applicazione di un codice di cortesia interno all'equipaggio.


    Fonte.

    "È stato un gesto autoreferenziale, l'applicazione di un codice di cortesia interno all'equipaggio."
    Un "codice di cortesia".
    Ma la vita umana non ha proprio più nessun valore?
    In mare, sulla terra, vicino, lontano, nella grande città come nel paesino più sparuto, in primo piano non c'è più la Persona.
    Il divertimento, lo "sballo", l'interesse, il profitto, perfino le ideologie e certe religioni sembra siano ormai diventati il centro dell'Universo.
    Ecco, questo tragico episodio della Storia dell'Uomo mi sembra rappresentativo di una sorta di decadenza del nostro Tempo (almeno per come è stato scritto nelle sue parti iniziali: non renderei giustizia ai generosissimi residenti dell'Isola del Giglio se non facessi distinzioni), che ha in sé uno sterile e malèfico sovvertimento di valori e di priorità.
    Forse è ora che una nuova rivoluzione copernicana ristabilisca centralità e ruoli marginali.

    Edited by Millam - 18/1/2012, 00:07
     
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6 replies since 17/1/2012, 15:07   464 views
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